venerdì 29 gennaio 2010

Biglietti (prego)

Lunedì sul treno di ritorno stavo (al solito) nell'ultima carrozza. A Sesto sale un tizio, si infila nel cessetto, chiude a chiave. A Monza apre, esce, scende. Niente sciacquone, niente lavandino. Penso: FFSS allo sfascio, manco puoi lavarti le mani dopo la pipì.
Oggi stessa scena, però con variante: il controllore. L'imboscato esce dal cesso, l'omino FFSS lo placca, documenti (prego), non ci sono, bene andiamo da Polfer, e via. Mi spiace per l'imboscato, un clandestino che adesso si becca il foglio di via, ma di più mi spiace che lunedì quell'altro l'ha fatta franca. Perché se tutti pagassero il biglietto, non solo FFSS avrebbe i soldi per tenere in ordine il materiale rotabile, ma sarebbe anche segno che viviamo in un paese civile.

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