domenica 14 marzo 2010

Comunisti ovunque

La domenica è il giorno in cui in santa pace e tranquillità posso spulciare le mie fonti di informazione sulla Rete delle Reti. A me pare una buon compromesso: non avere la televisione mi immunizza dal teatrino del servilismo di cui sono protagonisti i vari Fede Vespa Minzolini & C., e non comprare giornali tutti i giorni mi permette di restare a galla nel mare di pettegolezzi idioti che ormai affollano tutti i fogli nazionali.
Stamattina mi sono imbattuto in un bell'articolo dell'Economist a proposito della legge che il presidente del consiglio dei ministri ha fatto approvare in tutta fretta dal Capo dello Stato per riammettere alle elezioni le liste che i suoi sodali non erano riusciti a presentare, vuoi per ritardo, vuoi per altre cause.
Tra i commenti all'articolo, alcuni dei quali di sdegnate lettrici che accusano The Economist di scarsa professionalità (che è una caratteristica che invece abbonda nei giornali italiani!), un lettore segnala un intervento di Stefano Folli sul quotidiano di Confindustria (un'altra delle mie letture preferite), in cui si sottolinea come la presentazione delle liste sia stata viziata da "errori unilaterali ed evidenti inadempienze".
Il brano centrale è rivelatore, laddove Folli denuncia che lo spettacolo complessivo non è stato edificante. Dalla classe politica ci si aspetta qualcosa di più e di meglio. Dallo stesso presidente del Consiglio ci si attenderebbe qualcosa di meglio che una conferenza stampa all'insegna del vittimismo e dell'insofferenza, con tanto di battibecco con un "contestatore". E tutto per negare il pasticcio che peraltro è sotto gli occhi di tutti e che lo stesso Berlusconi aveva ammesso a caldo, parlando dei protagonisti della vicenda come di una «massa di deficienti».
Folli è sicuramente sul libro paga del Soviet Nascosto che vuole destabilizzare il governo italiano. Probabilmente sotto la copertura di inviato speciale dell'Economist in Italia.

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