martedì 23 marzo 2010

fastidi

Questa mattina il presidente del consiglio dei ministri ha telefonato in diretta ad una trasmissione della televisione pubblica, e ha parlato di quello che gli pareva, senza che nessuno glielo avesse chiesto, senza che nessuno dei presenti in studio osasse interromperlo, senza che nessuno delle persone attaccate potesse difendersi o contraddirlo.
Ora.
A me non interessa quello che questo signore dice, come non mi interessa quello che dicono i suoi oppositori.
Però trovo che aver fatto sospendere i programmi di approfondimento giornalistico per la campagna elettorale, e poi telefonare in diretta per dire la propria senza alcun contraddittorio sia un'operazione assai lontana da quella "democrazia" che questo signore e i suoi sostenitori sbandierano in continuazione per arraffare voti, atteggiandosi a difensori della libertà.
Qui siamo alla stessa operazione di poche settimane fa: le regole esistono e sono sacrosante, ma solo quando sono gli altri a doverle rispettare. Chi ha il potere, invece, può infischiarsene allegramente, e se proprio ne ha bisogno, le emenda con regole nuove ad hoc.
Ecco, questo modo di trattare le regole è davvero fastidioso.

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