sabato 25 settembre 2010

Stiamo messi bene (pars secunda)

Il sig. Khanna sostiene che il paradigma dei "blocchi contrapposti" tipico del XX secolo non sarà più utilizzabile per leggere il XXI: sostiene che bisogna tornare indietro al tardo Medioevo per trovare una situazione paragonabile, e cita l'esempio di Marco Polo, che nel suo Milione magnifica piuttosto le sorti delle città, che quelle degli imperi.
Anche qui, intelligenti spunti per inquietanti riflessioni. Non possiamo che fremere di piacere nel vedere riconosciuta, a livello di analisi politica internazionale, la geniale intuizione che era alla base delle Città Invisibili di Italo Calvino (nel 1972... un profeta, un vero profeta!); né possiamo evitare di notare che, di nuovo, le città esemplari di questa rete di scambi che non conosce confini citate da Khanna non sono europee, ma africane e cinesi. In questa corsa verso un nuovo assetto mondiale, l'Europa perderà il suo appeal? Se Khanna ha ragione, la vecchia signora ha le ore contate: modernization does not equal Westernization. E, generalizzando, anche l'American Way of Life subirà la stessa sorte, insieme a uno dei suoi miti più resistenti: la libertà garantita esclusivamente dalla democrazia rappresentativa.
Al Cairo o nella Hangzhou del XIV secolo la democrazia, semplicemente, non esiste.
A questo proposito, Khanna tira rigorosamente le conclusioni: Asia’s rising powers sell the West toys and oil and purchase world-class architecture and engineering in return. Western values like freedom of speech and religion are not part of the bargain.
Anche questa affermazione mi dà una gran soddisfazione, perché conferma un'idea che mi si agita in testa da un pezzo, e cioè che non è assolutamente vero che la democrazia sia, storicamente, la culla del progresso del benessere umano. Questa equazione (democrazia : benessere = altri sistemi : degrado) è stata, in soldoni, alla base del colonialismo (penso al famoso "Fardello dell'uomo bianco") ed è ancora oggi l'ideologia che c'è dietro alla guerra in Irak e in Afghanistan, con le aberrazioni a cui hanno dato origine. Non è mio interesse disquisire e un regime tirannico sia più etico o più piacevole di uno democratico. Solo provare a soffermarmi - senza il radicato pregiudizio della democrazia panacea, esportabile sulle ali dei bombardieri - sul pensiero che la Baghdad di Abū Jaʿfar ʿAbd Allāh ibn Muḥammad al-Manṣūr non fosse meno ricca di benessere della Roma repubblicana, e che le trame sanguinarie del secondo Califfo abbaside non fossero tanto più orride di quella macchinazione anticostituzionale contro Lucio Sergio Catilina da cui Marco Tullio Cicerone ricavò il titolo di Pater Patriae.
È un fatto che libertà di parola e religione e, ancor prima, di identità individuale e collettiva, siano esistite ed esistano anche in sistemi politici differenti dalla democrazia rappresentativa - così come è un fatto che oggi esse siano negate, nella pratica, anche in molti sistemi democratici che si ritengono avanzatissimi. Io, per esempio, non vorrei essere un membro del popolo Rom, oggi, né in Francia né in Italia.
L'accentramento dell'attenzione sulle città, di nuovo, apre allora spazi di agibilità ad altre dinamiche sociali, che non siano quelle che abbiamo conosciuto fin qui, né debbano necessariamente ripeterle o esserne gli eredi. Perché mai limitare le possibilità alla democrazia rappresentativa - che, peraltro, nel nostro Paese non è già più garantita da una legge elettorale che non permette al cittadino di scegliere realmente i suoi rappresentanti?
Nuove forme di autoregolamentazione nasceranno in queste città, ma anche negli ampi territori esterni non controllati, dove sarà possibile una sperimentazione che oggi gli Stati, sempre più ossessionati dalla richiesta di sicurezza, non permettono di approfondire.

2 commenti:

  1. Ma vuoi dirmi che Pozzetto in "Ragazzo di Campagna" nell'84 aveva anticipato tutto questo?

    Mi stai dicendo che si tornerà al Far west con ognuno che si fa giustizia da sè?

    Credi veramente che cambiando la legge elettorale ( sono il primo a volerlo) compariranno capi carismatici pronti ad imporsi sulla moltitudine di politici navigati che pongono i loro veti senza mai farsi sentire e vedere dal pubblico?

    Un'ing oltre le nubi ( diciamo pure sul satellite)

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  2. no no no, voglio solo dire che la legge elettorale che abbiamo in Italia è una logica conseguenza delle democrazia rappresentativa, che non è (NON è) il miglior sistema politico del mondo. tutto qui.

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