venerdì 8 ottobre 2010

Ancora sull'antisemitismo

Leggo sul Fatto che Ciarrapico e l'inquilino di palazzo Grazioli non sono i soli a usare la nozione di ebraicità in maniera distorta e razzista. Pare che anche insigni professori di letteratura (Giorgio Ficara, presidente della giuria del Premio De Sanctis) abbiano in mente certi simpatici stereotipi che fanno fatica a morire. Probabilmente il signor Ficara non si rende conto che le sue parole servono da appoggio ai deliri demenziali di chi, meno attrezzato di lui, non è in grado di cogliere appieno la differenza tra realtà e fantasia, tra storia e fantascienza, tra realtà e invenzione: si vedano i commenti deliranti di tal LANCILLOTTO87, che cita i Protocolli dei Savi di Sion e la demoplutocrazia massonica (che solo a leggerne il nome mi viene male) e pretende anche di avere ragione, se qualcuno gli rinfaccia che i Protocolli sono baggianate e non un documento storico. La cosa che mi infastidisce di più, però, è che io, a uno che fa da sponda a chi crede ai vaneggiamenti dei Protocolli, non darei neanche la presidenza della polisportiva di quartiere. Com'è che questo qui è ordinario di letteratura italiana all'università, visiting professor alla UCLA e in un sacco di altri posti? Se gli ebrei sono così potenti, com'è che lo lasciano insegnare alla UCLA - un'università che tradizionalmente ha visto passare moltissimi insegnanti e membri del board ebrei? Forse essi controllano Manhattan, mentre la UCLA resiste impavida alla penetrazione demoplutogiudaicomassonica?
Ma alla fine, quel che mi secca di più è avere sempre ragione. Per esempio quando dicevo che c'era da preoccuparsi per le parole di Ciarrapico, che ricreavano un ambiente favorevole a prese di posizione fasciste. Non passa una settimana da quel bell'episodio parlamentare, che un negazionista che insegna all'università di Teramo rialza la testa e si rimette a fare lezione parlando di "cosiddetto olocausto", di falsità ad Auschwitz, di messa in scena prodotta da un complotto (ma dai!?) di Israele. In pratica, la tesi dei Protocolli.
Quando queste cose vengono sdoganate in Parlamento, senza una immediata sanzione di chi di dovere (del resto, Schifani non avrà nemmeno capito di cosa accidenti stesse cianciando il Ciarra, visto che la frase era articolata in modo più complesso che non Soggetto + Verbo + Complemento), poi gli effetti a cascata arrivano rapidissimi.
E c'è poco da stare allegri.

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