sabato 9 ottobre 2010

E se invece insegnassimo a leggere?

Mi decido con un po' di ritardo ad affrontare questa notizia un po' vecchiotta.
Pare che per il quarto anno sia partito nelle scuole lombarde il corso "Allenati per la vita" iniziativa valida come credito formativo, promossa dall’Ufficio scolastico lombardo.
Si tratta di un addestramento paramilitare, che sfrutta gli ufficiali dell'esercito in pensione per insegnare ai giovani in età scolastica a sopravvivere in territorio nemico (sic!), usare arco e frecce (saranno ufficiali del 7° Cavalleggeri?), scampare alla guerra batteriologica e chimica (e al traffico milanese invece no?). Il corso ha suscitato molte polemiche (in prima linea, al solito, la sordida banda di agitatori rossi di Famiglia Cristiana). Ho trovato sia una vibrante nota di protesta del Ministero dell'Istruzione, che respinge le accuse di militarismo, sia il protocollo di intesa - sul sito del Ufficio Scolastico Regionale lombardo.
Ora.
Se invece di spendere soldi in queste scemenze, la Gelmini li spendesse per insegnare agli studenti a leggere quel gioiellino di antimilitarismo e antifascismo che è "La presa di Macallé" di Andrea Camilleri, forse ci sarebbe un po' più di speranza di sopravvivere in territorio (teoricamente) amico, arco e frecce servirebbero per giocare agli indiani, e la guerra chimica la combatteremmo in maniera più efficace contro gli agenti inquinanti che infestano i polmoni e il cervello dei nostri giovani. Con buona pace di La Russa, che potrebbe tornare a fare l'avvocato senza più bisogno di terrorizzare nessuno con le sue paranoie di sicurezza totale. E anche della Gelmini, che potrebbe tornare a fare, a sua volta, l'avvocato - sennò a cosa serve tutta la fatica fatta per iscriversi all'albo?

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