lunedì 18 ottobre 2010

per un pelo

Questo pomeriggio, alle 14:20 circa, mentre a Milano andavo in bici verso la stazione Garibaldi, ci è mancato un pelo che una svampita signora alla guida della sua mastodontica Honda CRV mi mettesse sotto.
Io venivo per via della Commenda; all'incrocio con via San Barnaba avrei avuto la precedenza, perché da destra non arriva nessuno (è senso unico), e quelli da sinistra hanno lo Stop. Ma le strisce per terra non ci sono, visto che qualcuno ha appena aperto e richiuso un buco per metterci sa Dio quali tubi. Il cartello dello Stop c'è, ed è così grande che paga l'ICI come un monolocale, ma non si vede fino all'ultimo momento, perché davanti ci sono altri cartelli. La tizia alla guida, comunque, stava chiacchierando con il passeggero. Io all'incrocio stavo andando dritto verso via della Guastalla - le auto non possono, ciclisti e pedoni sì. Per fortuna otto anni di pendolarismo in bicicletta mi hanno insegnato a vedere le dinamiche del traffico in maniera molto più lucida di quanto non succeda andando in macchina: ho capito che la Honda non si sarebbe fermata, ho inchiodato la bici a tre centimetri dal muso della macchina, ho chiesto - a voce ben udibile - se fosse completamente cretina, me ne sono andato. Ho visto un lampo di coscienza nei suoi occhi. Ho sentito due ragazzi che hanno visto tutta la scena che dicevano che ha bucato lo stop. Ho sentito l'odore della mia gomma posteriore che scottava sull'asfalto.
Ma, sopratutto, mi sono cagato in mano.

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