sabato 18 dicembre 2010

Falliti

Leggo oggi sul Fatto una bella intervista a Barbara Spinelli. A metà dell'intervista, Silvia Truzzi chiede alla giornalista che cosa ne pensi del fatto che "il direttore del Giornale, Sallusti, ha detto: 'Se un uomo a 37 anni non può pagarsi il mutuo è colpa sua: vuol dire che è un fallito'”. La Spinelli risponde in maniera rapida e tagliente, con una battuta che rimanda alla estrema ignobiltà del gesto di Sallusti, perché dare del fallito ad una intera generazione significa cancellarla dalla storia.
Non me ne voglia la signora, ma mi pare che l'affermazione di quel tizio meriti qualche parola di più.
Se uno a 37 anni non è in grado di pagarsi il mutuo, infatti, molto spesso è perché qualcun altro lo ha defraudato dei suoi diritti, negandogli la possibilità di lavorare, o di avere un reddito continuativo dignitoso, o di avere uno stipendio decente in cambio di un numero di ore di lavoro umano.
In Italia è successo proprio questo: i boiardi della generazione cui appartiene il tizio in questione hanno fatto incetta di ricchezza, potere, posti di lavoro, investimenti, energia, materie prime di ogni genere sulle spalle di quanti sarebbero venuti dopo di loro. In ultima analisi, gli hanno tolto il terreno sotto i piedi, impedendogli di avere un futuro da uomini liberi.
Ho scritto i boiardi, perché sono quelli che ci han guadagnato di più. Ma quella generazione è fatta anche di tante mezzetacche che sono riuscite, nell'epoca d'oro dello spreco senza senso, a ottenere vantaggi che la mia generazione non potrà mai permettersi, mangiandosi anche quello che dovremmo mangiare noi oggi. Vogliamo parlare delle casse dell'INPS, svuotate da chi ha pagato contributi per meno di 15 anni, e percepisce tutt'ora una solida pensione? O delle buonuscite dei dirigenti? O degli allegri bonus degli uomini politici di ogni ordine e grado, delle consulenze a parenti amici e conoscenti, delle nomine nei CdA di fidanzate amanti exmariti?
Se questa generazione non riesce a pagare di tasca sua nemmeno una frazione minima di quel benessere che questi signori hanno accumulato (e che rivendono a prezzi di strozzinaggio), allora la chiamano "fallita".
Se non tiene la testa bassa e ingoia merda, ma si ribella a ciò che i signori han fatto e stan facendo, scende in piazza e devasta qualsiasi proprietà per urlare la rabbia di chi non ha più nulla da perdere, allora la chiamano "terrorista" e "vigliacca".
È istruttivo vedere questi signori - che tengono le redini del potere, che fanno e disfano le leggi a loro esclusivo uso e consumo, che vivono ben al di sopra delle possibilità di chiunque abbia una vita normale al di fuori del loro mondo di riflettori, televisioni, VIP ed evasione fiscale -permettersi di giudicare con tanta iattanza quelli a cui hanno rubato tutto, facendoli passare per colpevoli.
Cornuti, mazziati, e pure muti e rassegnati.
Davvero, io penso che questo atteggiamento valga più di tutte le parole che possano essere dette o scritte a proposito della decadenza intellettuale e morale non solo di questo sventurato Paese, ma di tutta l'Europa.
L'unico collegamento che vedo con gli "Anni di Piombo" è che quarant'anni fa personaggi del genere sarebbero stati i protagonisti di film ambientati in allucinanti distopie, mentre oggi siedono nei Governi, nelle direzioni dei giornali, nei consigli di amministrazione delle Banche.
E questi signori chiedono a noi falliti di condannare la violenza.
Un film horror.

1 commento:

  1. vedi anche qui, cosa dice wuming4:
    http://giovannacosenza.wordpress.com/2010/12/20/saviano-gli-studenti-la-violenza-in-piazza/#comments

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