domenica 23 gennaio 2011

Isaac B. Singer - La famiglia Moskat

Premessa: ho trovato questo romanzo bellissimo. In una scala da zero a dieci, un dieci meritatissimo e incontestabile.
E potrei fermarmi qui: quando uno scrive come Singer, non c'è recensione che tenga, va solo letto, gustandoselo dalla prima all'ultima pagina (709 nell'edizione SuperPocket su licenza di Longanesi).
Singer non è solo il più grande scrittore che la yiddishkeit dell'Europa orientale abbia prodotto nel '900; non è solo l'uomo che ha portato alla più alta nobiltà letteraria la lingua yiddish (premio Nobel per la letteratura nel 1973); non è soltanto il testimone, forse non unico, ma certamente più eloquente, del mondo degli shtetl e dei quartieri e della vita ebraica in Polonia, come era al momento in cui fu cancellato dalla follia di un maledetto sottufficiale austriaco e del suo esercito di fanatici antisemiti.
Singer è un grandissimo scrittore che sa mettere insieme le descrizioni puntuali dei luoghi con una profonda psicologia dei personaggi, tutti sfaccettati in maniera mirabile, ritratti veramente perfetti anche quando si uniformano agli infiniti stereotipi che quel mondo ebraico produce e insieme mette alla berlina - il chassid, la jewis princess, il filosofo inconcludente, la matrona, il commerciante maneggione, il chalutz tutto fede in Heretz Ysrael, il rabbino mistico fuori dal mondo, la serva impicciona e via enumerando. Singer li dipinge in maniera eccezionalmente lucida, talmente evidente che non abbiamo nessun bisogno di un lessico per capire che cosa sta succedendo; e questa, credo, è una delle massime virtù della sua scrittura, cioè la dimostrazione perfetta che gli ebrei, persino quelli più bizzarri come i chassidim di Bialodrevna, possono essere compresi anche da chi ebreo non è senza bisogno di lunghi studi e approfondimenti. Non c'è bisogno del dizionario, né di una cartina della Varsavia giudea, né di altre istruzioni per non farsi ingannare. Gli ebrei di Varsavia di Singer sono esattamente come tutti gli altri uomini: mangiano, dormono, si accoppiano, litigano, si ubriacano (anche al di fuori delle feste comandate), si arricchiscono e impoveriscono, gioiscono e si disperano, fanno figli legali e illegali, osservano la Legge e la tradiscono tanto quanto i cristiani, i musulmani, i buddhisti, gli hinduisti, i sikh, i jainisti, i confuciani e tutti gli altri appartenenti alla specie umana.
Se lo leggete, fate attenzione ad Adele (è perfetta nella sua meschina grandezza sin dalla prima pagina). E non venitemi a raccontare che Asa Heshel non è uscito diritto diritto dall'Iperione di Holderlin.

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