sabato 22 gennaio 2011

Proud of my hometown

Stamattina a Lissone era prevista l'inaugurazione di una nuova piazza, dedicata al politico italiano protagonista della Prima Repubblica, morto nel 2000 da latitante in Tunisia, con sulle spalle due condanne passate in giudicato (5 anni e 6 mesi per corruzione al processo Eni-Sai, sentenza del 12/11/1996; 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della Metropolitana Milanese, sentenza del 20/4/1999) e almeno altre quattro in primo o secondo grado, un paio di iscrizioni a registro indagati ancora pendenti, qualche annullamento per decorrenza dei termini.
Oggi i figli di questo signore fanno i politici, hanno posti importanti nel governo del nostro Paese, e, tra le molte altre bugie, vengono a dire a noi poveri cristi che la politica non è una casta in cui si entra per appartenenza familiare.
La figlia di questo bell'esempio di onestà e rettitudine politica oggi era qui, e ha visto la festosa inaugurazione della piazza disturbata dalle proteste di un gruppo di cittadini che ritengono che dedicare uno spazio pubblico a chi è stato condannato per gravi reati di corruzione sia un'infamia.
Ai tempi dell'arresto, la Lega Lombarda, che tuonava contro Roma ladrona, tirò le monetine a questo signore sotto all'Hotel Raphael; oggi la Lega Nord, che governa Lissone da 15 anni initerrottamente, gli dedica una piazza.
Mi piacerebbe sapere che cosa pensano i leghisti di Lissone a questo proposito. Si è trattato di un fraintendimento, da parte dei loro rappresentanti, della valenza semantica del termine "coerenza"? È l'espiazione di un'antica colpa, per ottenere il perdono degli attuali compagni di merende, che - a Lissone come a Roma - sono gli eredi (e non solo metaforici) del condottiero con il vizio della bustarella? Forse è tutta una montatura di agenti provocatori, sopravvissuti alla purga orchestrata da quei comunisti dei giudici milanesi, che vogliono così vendicarsi del partito che fomentò Tangentopoli?
Mi sa che scrivo al Sindaco: se mi risponde, lo pubblico.

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