domenica 30 gennaio 2011

Trenitalia e la comunicazione di massa

Mi capita in continuazione di dover passare molto tempo alla stazione FFSS di Porta Garibaldi, sia perché i miei orari sono sfasati rispetto a quelli dei treni utili, sia perché anche quando, teoricamente, io sarei in perfetto orario, il treno è in ritardo, e tocca aspettarlo anche per decine di minuti. Da un po' la stazione è stata dotata, sopra e sotto la superficie, di schermi televisivi che funzionano a ciclo continuo, martellando i passanti di messaggi pubblicitari pieni di jingle idioti - o anche di buona musica, ma sempre piegata alle esigenze della pubblicità. Queste trasmissioni sono, dicevo, cicliche: si ripetono con un periodo di 3 o 4 spot di circa 25 secondi ciascuno. Significa che in dieci minuti (che è un normale tempo di attesa in una stazione del genere) risenti lo stesso spot per 8 o 10 volte. È davvero molto fastidioso.
Un mercoledì di dicembre dovevo prendere il treno delle 21:38. Il "materiale" (lo chiamano così i ferrovieri) è arrivato in stazione con dieci minuti di ritardo; io non so perché, ma sul tabellone il binario di partenza dei treni per Chiasso viene sempre annunciato solo 2 o 3 minuti prima della partenza. Quindi erano passate le 21:38 e io stavo ancora nell'atrio ad aspettare, martellato da queste pubblicità continue, quando il tabellone generale si è improvvisamente spento. Tutte le indicazioni svanite. Nero.
Ma gli schermi con la pubblicità funzionavano perfettamente.
Che insegnamento possiamo ricavarne?
Che a Trenitalia non interessa trasportare passeggeri, ma vendere bersagli per la pubblicità: tutti i suoi clienti.

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