sabato 26 novembre 2011

Don't cry for me...

...Argentinaaaaaaa! cantava la Ciccone ballando con Banderas nel '96.
Mi è venuto in mente oggi mentre leggevo sul sito dell'Economist un ponderoso corpus di articoli sulla situazione maledettamente preoccupante della moneta unica europea.
In particolare mi è sembrato spaventevole quello intitolato Beware of falling masonry, che già nel sottotitolo avverte che "The risk that the currency disintegrates within weeks is alarmingly high". L'articolo è lungo e dannatamente dettagliato, in perfetto british style: che è decisamente la cosa più preoccupante, visto che i giornalisti inglesi sono molto più affidabili dei pennivendoli nostrani, sia perché la loro serietà sul lavoro sia perché sono vicinissimi a una fonte affidabilissima come la City.
Mentre leggevo, la mia memoria andava alla crisi argentina di inizio millennio, di cui il ricordo più vivo sono le istantenee dei cacerolazos che protestano in Plaza de Mayo.
Allora ho cercato la voce "crisi economica Argentina" su Wiki, e mi sono messo a leggere. Un riassunto interessante, anche obiettivo - che peraltro è praticamente la traduzione dalla pagina inglese sull'argomento.
Arrivato al cap.2 "Anni '90", leggendo un'analisi di questo tenore: "fuoriuscita di capitali dallo stato"; "deindustrializzazione dell'Argentina con conseguente caduta dell'occupazione"; "le spese del governo e la corruzione restavano elevati. Il debito pubblico argentino crebbe velocemente"; "Una enorme evasione fiscale unita al riciclaggio di denaro portarono all'evaporazione di una grande quantità di capitali, che si trovavano ora in paradisi fiscali", sono preso da un senso di straniamento. Ma non si parlava di Argentina anni '90?!?
Poi ci penso su e concludo che sia legittimo aspettarsi che i soloni che imperversano nelle famose Facoltà di Economia e Commercio tanto elogiate nel nostro Paese si accorgessero di questa analogia molto, ma molto, prima di me: un povero antichista che di economia ne capisce meno che di fisica della materia, e che ha solo letto quattro righe su Wikipedia.
Perché dovrei fidarmi di costoro? Adesso sono loro che tirano le fila della politica del mio Paese, e naturalmente non parlano che di "economia e finanza". Ma dov'erano questi signori mentre la situazione prendeva questa piega? Avevano perso quelle abilità e quella intelligenza, che li avevano portati ai vertici delle Università e del sistema bancario del nostro Paese? Se sì, perché adesso dovrebbero essere in grado di tirarci fuori dal pantano? Se no, perché mai dei soggetti così palesemente colpevoli sono stati messi al Governo? Perchè, in un caso o nell'altro, dovrei fidarmi di costoro? Di quelli che hanno formato, affiancato e forse addirittura stipendiato i cervelli responsabili della gestione criminale - se non addirittura della gestazione e della nascita - di una finanza tossica come quella che sta strangolando l'economia reale di interi Stati sovrani?

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