mercoledì 7 dicembre 2011

Esopicamente parlando

Un tempo un gregge di pecore si era scelto come custodi una banda di lupi, pensando di poter godere un po' della spacconeria con cui quelli erano soliti risolvere qualsiasi questione.
Ma il branco, mentre assicurava agli ovini che tutto andava bene e che il gregge viveva nel migliore dei mondi possibile, faceva i propri comodi dentro ai recinti, e non si riusciva più a vivere in santa pace. Gli allevamenti limitrofi erano molto arrabbiati con il gregge che aveva affidato il controllo ai lupi, e quelli più lontani si prendevano gioco di quelle pecore, che evidentemente avevano dei problemi di comprendonio.
Il capo del gregge, un montone molto anziano, tenuto dalle altre greggi per gran saggio, decise un bel giorno, quando le cose erano ormai ben al di là del punto di non ritorno, di chiudere con i dannati lupi, e affidare il controllo a qualcuno di più serio, più affidabile, più presentabile, più pulito, più elegante, più posato, più cosciente delle regole della civile convivenza tra animali.
E chiamò un leone, ormai anzianotto, ma ancora decisamente capace di graffiare.
Grande gioia tra il popolo del gregge, e grande soddisfazione nelle altre greggi, vicine e lontane: finalmente ci sarebbe stato un potere forte, capace di stabilizzare le relazioni, di far ripartire la produzione della lana e del latte, di rimettere le femmine a figliare, di espandere i pascoli.
Il leone iniziò il suo mandato.
La favola insegna che il gregge finisce sempre per essere sbranato.

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