martedì 7 febbraio 2012

L'inverno la neve il freddo e le cose così

Qui è un pezzo che non scrivo, ma, tanto, cosa mi sono perso?
Il Governo dei Tecnici si sta rivelando ciò che è davvero: una parentesi di affidamento del potere direttamente nelle mani del sistema bancario - e da questo punto di vista, siamo messi esattamente come la Grecia, tranne che qui nessuno protesta.
Un cretino, malato di iper-egotismo come la maggior parte degli italioti, ha mandato una nave con a bordo quattromila persone a schiantarsi contro uno scoglio, ammazzando 17 persone, generando una catastrofe ecologica in una delle zone marine più belle d'Italia, facendoci fare una figura da mentecatti a livello internazionale. Poi è saltato fuori che aveva una gnocca moldava in cabina, e la metafora è balzata agli occhi di tutti.
Ma la notizia del momento è che nevica e fa freddo.
Una notizia sconcertate: neve e freddo a febbraio! Accidenti, come prevederlo??? Non siamo mica Madama Zunz, con la sua palla di vetro! (Ma pare che Alemanno ieri si aggirasse per gli uffici comunali urlando: "Trovateme quarcuno co' i cojoni artificiali da mette all'AMA!").
In effetti sul web abbondano le battute, i video, i fotomontaggi, le barze che girano attorno al tema "è-inverno-che-cazzo-ti-aspettavi-idiota?" che è oggettivamente correttissimo.
Ma vale la pena di fermarsi un secondo in più a riflettere, perché ormai sono anni che vediamo lo stesso avanspettacolo che va in scena con le stesse modalità nello stesso periodo.
Anzi, come giustamente ricordava un ospite al Microfono Aperto di ieri sera su RadioPopolare, ogni stagione ha il suo teatrino: in autunno le piogge, in inverno il freddo, in primavera i fiumi, in estate la siccità e gli incendi.
Allora ho fatto due più due. E sono giunto a un po' di conclusioni, di cui espongo qui di seguito un riassunto, a futura memoria (cioè per il prossimo inverno, quando saremo nella stessa situazione - magari senza una nave da crociera ribaltata in un paradiso marino...).
La Natura non è sempre identica a sé stessa, lo sappiamo; però il suo movimento di evoluzione è davvero talmente lento da parere nullo ai tempi brevi della vita umana. Non è che la Natura sia imprevedibile: siamo noi che abbiamo perso il senso delle cose. In primis le nostre amministrazioni, di qualsiasi colore esse siano. Oggi la manutenzione ordinaria è, nei bilanci della spesa pubblica, una voce in sofferenza. Eppure una buona manutenzione ordinaria è sempre un'ottima prevenzione. Ma non ci sono soldi. Che però, misteriosamente, compaiono a pioggia quando si tratta di edificare sedi faraoniche, o di mandare a spasso per il mondo (o anche solo per i ristoranti d'Italia) i pubblici amministratori, accompagnati dai loro portaborse (per lo più familiari bellamente riciclati), o di comprare qualche centinaio di macchine da guerra superteconologiche, o di stipendiare qualche commissario straordinario (che non sistema un cazzo, così può restare ad amministrare l'emergenza per decenni), o di trovare una cattedra in università al figlio di qualche amico...
In Italia tutto è diventato emergenziale: i trasporti, le infrastrutture, i grandi eventi, il governo, la finanza, la gestione del territorio, il crimine organizzato, le mense, le quote latte, le scuole (dagli asili nido in su), la disoccupazione, il trasporto marittimo (in effetti...), l'agricoltura, il gas, la corrente, il conto in banca e il mutuo; mancano solo le unghie incarnite e le righe sulla carrozzeria della macchina, e siamo a posto.
Secondo me, semplicemente, in Italia non siamo più in grado di affrontare i problemi con un minimo di lucidità. Tutti vogliono tutto, comodo e prima di subito - che è poi quello che hanno i V.I.P. che si vedono in TV.
La questione torna sempre lì, al problema di educazione: 30 anni di televisione selvaggia hanno portato un popolo, che avrebbe tranquillamente potuto dare ben altre prove di sé, a scegliere di rincoglionirsi. Gli italiani di oggi sono, mediamente, più affini a Schettino che al parroco del Giglio: incapaci, inaffidabili, fanfaroni e vigliacchi. Soprattutto incapaci di prendersi le proprie responsabilità. E la nostra classe politica è una delle incarnazioni più lampanti di questa italianità al negativo: dai vari berluscones che non hanno fatto altro che servire il padrone del vapore per anni, dando la colpa del disastro ad altri, ai sinistri di ogni confessione che tolleravano (a loro insaputa) tra le loro file personaggi del calibro di Lusi e Penati, ai cattolici amici (degli amici) di Formigoni, come Ponzoni o Nicoli Cristiani, ai dipietristi (padre & figlio) che si portano in Parlamento perle del calibro di Scilipoti.
Il paese è nel caos, certo, ma le cause sono ignoranza e malafede: non certo il maltempo!

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