lunedì 5 marzo 2012

Mirabilia della Devi

Quest'anno, per il mio corso di Storia delle Religioni Orientali, ho deciso di riorganizzare la parte sull'Hinduismo, che se ne stava lì da un pezzo informe, arricchita continuamente da letture e visioni e suggestioni, ma mai riordinata in maniera organica - né, ammetto, utile per le lezioni, che spesso risultavano affascinanti nel loro carico di informazioni, ma alquanto disordinate nel loro andamento.
Rileggendo quella miniera di informazioni che è il Daniélou (Miti e dei dell'India - I mille volti del pantheon induista; RCS 2002), mi imbatto in questa citazione: "Io sono il regno, la dispensatrice delle ricchezze, colei che sa" (Devi-sutka, Rig Veda VIII,7).
Un fulmine mi attraversa il cervellino.
La Devi, che è la Shakti, cioè la potenza del Divino che si attiva nella Creazione, dice di sé "io sono il regno".
Niente di strabiliante, sennonché: "il Regno" in Ebraico è "Malkut" (מלכות), la decima Sephirah. Essa non è emanazione diretta di Dio, ma del Creato quando rispecchia la Gloria di Dio; ha come simbolo la Sposa.
La Shakti è energia creatrice, responsabile della Manifestazione dell'Esistente attraverso Maya, il primo movimento nel bràhman increato. Essa è la Potenza soggiacente a ciascun Gupa, e dunque è rappresentata come la Sposa delle tre divinità che incarnano i Gupa (Brahma, Shiva, Vishnu).
Ma non finisce qui.
Malkut è anche detta, in alcune delle tradizioni cabalistiche, Shekinah (שכינה, nome femminile), cioè la Presenza di Dio. Il fatto è che la Shekinah è assimilabile alla Sapienza di Dio, che dice di essere presente al suo fianco al momento della creazione del mondo, tornando sulla somiglianza con la Devi.

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