Rileggendo quella miniera di informazioni che è il Daniélou (Miti e dei dell'India - I mille volti del pantheon induista; RCS 2002), mi imbatto in questa citazione: "Io sono il regno, la dispensatrice delle ricchezze, colei che sa" (Devi-sutka, Rig Veda VIII,7).
Un fulmine mi attraversa il cervellino.
La Devi, che è la Shakti, cioè la potenza del Divino che si attiva nella Creazione, dice di sé "io sono il regno".
Niente di strabiliante, sennonché: "il Regno" in Ebraico è "Malkut" (מלכות), la decima Sephirah. Essa non è emanazione diretta di Dio, ma del Creato quando rispecchia la Gloria di Dio; ha come simbolo la Sposa.
La Shakti è energia creatrice, responsabile della Manifestazione dell'Esistente attraverso Maya, il primo movimento nel bràhman increato. Essa è la Potenza soggiacente a ciascun Gupa, e dunque è rappresentata come la Sposa delle tre divinità che incarnano i Gupa (Brahma, Shiva, Vishnu).
Ma non finisce qui.
Malkut è anche detta, in alcune delle tradizioni cabalistiche, Shekinah (שכינה, nome femminile), cioè la Presenza di Dio. Il fatto è che la Shekinah è assimilabile alla Sapienza di Dio, che dice di essere presente al suo fianco al momento della creazione del mondo, tornando sulla somiglianza con la Devi.
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