venerdì 14 dicembre 2012

"Giornata della Pace" un corno (ovvero Benedetto strikes back)

È disponibile sul sito del Vaticano il fantastico MESSAGGIO DEL SANTO PADRE  BENEDETTO XVI PER LA CELEBRAZIONE DELLA  XLVI GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2013.
Lo scritto è noioso come tutte le prediche, in particolare quelle di questo pontefice, ma contiene anche una serie di chicche che sono state giustamente segnalate da molta parte della stampa, in particolare nel §4. Mi limito a riprenderne alcune di quelle che mi paiono più significative.
"Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale."
Certo, la "fine naturale" come quella che avete lasciato fare a Wojtila. Proprio naturale, sì sì. O a tutte le altre persone che ormai sono diventate corpi inerti attaccati ad una macchina. Com'è che l'eutanasia è nominata chiaramente come un orrendo male, mentre sull'accanimento terapeutico il papa glissa? Coscienza sporca?

"Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale".
E qui non è possibile sbagliarsi: ce l'ha con gli omosessuali. Quando la gerarchia cattolica parla di "unione" naturale "tra un uomo e una donna", ha loro come bersaglio. I "tentativi di render [la famiglia] giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse" sono un riferimento al temutissimo riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Quindi, in sunto: riconoscere diritti giuridici alle coppie gay danneggia e destabilizza la famiglia tradizionale.
Sarò anche scemo, ma io non me sono mai accorto: la mia famiglia tradizionale non si sente per niente destabilizzata dal riconoscimento dei diritti alle coppie gay! Anzi, direi piuttosto che noi in famiglia siamo destabilizzati dal fatto di vivere in un Paese dove alcuni cittadini non possono avere i nostri stessi diritti solo perché sono omosessuali: alla mia famiglia i suoi diritti piacciono molto, e siccome ha imparato (sta scritto in un bel libro che si chiama "Vangelo", sa?) a "fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi", desidera che anche le persone omosessuali abbiano gli stessi diritti che ha lei.
"Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità".
Le affermazioni della gerarchia sulla "particolarità" della famiglia eterosessuale qui sono diventate dei "princìpi": una promozione senza alcuna motivazione, senza una vera discussione né dimostrazione. Sarà la necessità di comprimere, sarà l'abitudine a parlare ex cathedra...
Signor papa, con il dovuto rispetto, questa affermazione non è storicamente sostenibile. Prima dell'avvento della sua religione, nel mondo mediterraneo l'omosessualità non era il tabù che ne avete fatto. Uomini che usavano la ragione in maniera assai approfondita - come i Padri stessi della Chiesa riconobbero - avevano verso le unioni omosessuali un atteggiamento assai meno intransigente del suo. E lo stesso si dica della ragione applicata ad altre rivelazioni che non prevedono lo stesso stigma sociale per questa parte dell'umanità, per esempio quella hindu.
L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa.
CVD. Peccato che altre confessioni non abbiano la fobia della gerarchia cattolica verso l'omosessualità, e non pensino che il suo riconoscimento giuridico sia destabilizzante. Ma dimenticavo: le altre confessioni religiose non sono vere, e dunque non sono ragionevoli. Che è un bell'esempio di entimema fondamentalista.
"Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace".
Cioè: infligge una ferita grave alla giustizia e alla pace chi nega o comprende male il principio per cui la famiglia eterosessuale è l'unica ragionevole. Ma a me e alla mia famiglia tradizionale pare  piuttosto che sia un insulto alla pace e alla giustizia tra gli uomini andare in giro a dire che quelli che la pensano diversamente da te sono al di fuori della ragione: cioè, in pratica, dei mentecatti. E sinceramente, signor papa, che lei venga a parlare a me di comprendere bene o comprendere male una cosa mi infastidisce, prima di tutto perché se il buon Dio mi ha fornito di un cervello che funziona, metterlo nel freezer per stare ad uniformarmi acriticamente su tutto quello che dice lei mi pare un insulto alla generosità del creatore.
È un tema ricorrente, nella produzione cristiana, quello della ragionevolezza del solo cristianesimo, e fin dai suoi inizi: il pensiero "pagano" venne bollato di irragionevolezza, e ciò che era in lampante accordo con il cristianesimo venne semplicemente rivendicato tamquam ab iniustis possessoribus (lo dice Agostino, mica io). Ma l'accusa di irragionevolezza era una tra le più pressanti di quelle che venivano rivolte ai cristiani proprio da quei pagani che essi costringeranno alla sparizione rivolgendogli addosso le stesse tecniche repressive usate fino a poco prima contro di loro. Sono passati quasi duemila anni, ma la linea d'azione è sempre quella di Tertulliano. Che lusso.

"Purtroppo, anche in Paesi di antica tradizione cristiana si stanno moltiplicando gli episodi di intolleranza religiosa, specie nei confronti del cristianesimo e di coloro che semplicemente indossano i segni identitari della propria religione".
Anche questo è un vizio ricorrente della gerarchia cattolica: sono tutti cattivi, perché non ci lasciano fare tutto quello che vogliamo. Tipo insabbiare i reati in cui siano coinvolti dei membri del clero, dalla pedofilia alla bancarotta (ve lo ricordate mons. Marcinkus?). Oppure non lasciarci aprire le filiali dello IOR dove ci pare. Oppure farci pagare le tasse come le pagano tutti i cittadini. Questo non va bene, cari Paesi di antica tradizione cristiana! E non va bene perché la pretesa di trattare la gerarchia cattolica come tutti gli altri deriva da un pensiero tutto umano, che si crede in grado di darsi delle regole da sé, senza fare riferimento a quanto stabilito dalla Rivelazione biblica, in cui sono contenute una quantità di belle, luminose ed edificanti verità (e pratiche conseguenti) che sono le uniche e sole ragionevoli (e quindi umane e umanizzanti), come per esempio la creazione dell'Universo ex nihilo in sette giorni, il sistema geocentrico, il voto di sterminio, fratricidi, vendette, piaghe divine, la legge del levirato, le proibizioni alimentari (tra cui il maiale, professor Ratzinger: niente wurstel, nella Bibbia), mari che si aprono e fiumi che si fermano, città che cadono al suono delle trombe, fiumi arrossati dal sangue dei profeti nemici, Dio che siede all'assemblea degli Dei (giuro: nel Sl. 81), angeli che compaiono nel mezzo di battaglie epocali saettando gli avversari degli Eletti, pesci inghiottitori di uomini vivi e piante che crescono in una sola notte, stelle che vanno e vengono per il cielo fermandosi su città e capanne, miracoli di ogni genere tra cui moltiplicazioni di pani e pesci, risurrezioni di morti, guarigioni di ciechi storpi sordi emorroisse, digiuni quadragesimali nel deserto, demoni che ti trasportano in un secondo sul pinnacolo del tempio. Ma anche la Tradizione interpretativa è piena di episodi che esaltano la ragionevolezza dell'umano: incendi di templi pagani, elenchi e roghi di libri proibiti, di dissidenti, di omosessuali, di liberi pensatori, minacce al potere politico, conversioni di massa sul filo di spada, giustificazione della guerra giusta (e santa), spedizioni punitive in Palestina, pogrom, ghetti, monacazioni e smonacazioni forzate e via che t'amavo. Il tutto, peraltro, in perenne violazione delle regole di base del ragionamento (le Leggi della logica aristotelica, per intenderci). A solo titolo di esempio, ricordo che la Chiesa venera come Padri fondatori due africani del II secolo che scrivono del contatto con il mondo pagano in maniera diametralmente e perfettamente opposta: Tertulliano vedrebbe volentieri tutti i pagani in miniera, mentre Minucio Felice ci chiacchiera pacatamente insieme, lungo la spiaggia, al tramonto.
Forse, signor Benedetto, se la smetteste di fare i saccenti e iniziaste a darvi una regolata, fareste una figura migliore.

2 commenti:

  1. ciao Cello, sembra di essere al tramonto del cattolicesimo di massa, con una paura fottuta che hanno i preti di scomparire.

    Non a caso la lettera del Papa insiste sui termini di MATRIMONIO- UNIONE per evitare di nominare la FAMIGLIA (o le famigliE) nella speranza di rinforzare che il RUOLO SOCIALE dell'unione di un uomo e di una donna e' quello di consentire la procreazione (= ?? e' questo il carattere particolare della coppia etero ??)

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  2. Sì, hai ragione. Ma anche vedere solo nella procreazione il ruolo della famiglia è un errore ideologico, figlio della interpretazione concordista (o, che è peggio, letterale) di un testo ipercomplesso come la Bibbia. Dozzine di teologhe e teologi hanno in questi decenni sottolineato che il valore unitivo della famiglia va ben al di là della semplice finalità riproduttiva, ma le gerarchie vaticane da quell'orecchio non vogliono sentirci, e continuano (con la protervia che viene dal potere) ad ammannirci la storiella che il ruolo particolare e primario della famiglia è quello di generare nuovi cristiani. Ma la generazione della vita (che è attributo di Dio) avviene tranquillamente anche al di fuori della famiglia, anche tra i cattolici, e in Vaticano fanno solo finta di non saperlo. E ce ne sarebbe da dire, in proposito (hai presente cos'è l'Africa?). In effetti si tratta di un banale problema di potere che le gerarchie sentono di aver perso: dici bene, siamo alla fine del cattolicesimo di massa. Ma come ogni grande albero che cade, anche questo arreca danni enormi a tutto ciò che lo circonda. Peccato, perché con un minimo di cervello si sarebbe potuto evitare tantissimo dolore.

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