domenica 20 gennaio 2013

Guarda caso

Sono qui che leggo un po' di newz online, tranzollo come un pollo, senza aspettarmi chissà ché, tanto è domenica sera e peggio di così cosa vorrai che salti fuori.
Su Repubblica online mi incuriosisce uno dei richiami sulla banda di destra: la Costamagna lascia Santoro. Siccome non so niente di TV, ma il nome dell'arruffapopoli di Servizio Pubblico mi fa un certo effetto soprattutto dopo che ha contribuito in maniera sostanziale all'ennesima resurrezione del cadavere dell'amico di Dell'Utri, ecco che vado a cercare su Wiki la biografia della signora Costamagna, giusto per capire se ha davvero le palle di lasciare proprio nel momento in cui il suo capetto si è guadagnato la gratitudine del futuro Padrone del Vapore.
Ma, giunto sub voce, la mia attenzione è catalizzata dalla sua vita privata: il suo compagno, si dice, è uno scrittore, tal Dario Buzzolan. Non avendone mai sentito parlare, balzo immediatamente alla pagina di Wiki che parla di lui, dove apprendo che oltre a scrivere romanzi che vengono candidati ai migliori premi nazionali (puzza), fa anche parte di delegazioni ufficiali ai saloni del libro (puzza di più) e lavora per La7 e Rai3 (a questo punto mi metto la maschera). Risulta essere compagno della Costamagna (ma lo sapevamo già) e figlio secondogenito di Ugo Buzzolan, che ha un suo link - il che significa che non è l'ultimo dei nessuno. Il tasto sinistro del mouse praticamente scatta da solo: Ugo Buzzolan è stato il primo vero critico di TV in Italia.
Poi uno è disposto a concedere sempre tutte le possibilità a tutti, per carità. Però mi sembra l'ennesima dimostrazione che nel mondo della cultura televisiva italiana, se hai un parente famoso, parti avvantaggiato.
Che non è per niente democratico, ecco.

2 commenti:

  1. Prima di scrivere questa immensa sciocchezza, potevi leggere anche un po' di date. Ugo Buzzolan è morto nel 1990, ossia 23 anni fa, ossia quando Costamagna era ventenne e (si suppone) manco ancora pensava a fare tv. Le raccomandazioni saranno pure un flagello nostrano, ma anche la dietrologia a capocchia non scherza affatto...
    E comunque sì, Costamagna ha lasciato proprio quando il capetto si era guadagnato il favore del futuro ecc. ecc. Rassegnati.

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  2. Ah, Santabrigida, signor Anonimo...
    Primo: perché non si firma, scusi? io il mio nome qui ce lo metto, a mio rischio e pericolo, e lei non mi contenta nemmeno di due iniziali? Mi sembra un po' discortese, sa?
    Secondo: io sospetto, è vero. Non mi pare attività illecita, e nella mia esperienza spesso, sospettando, ci ho preso. Peraltro, non mi attribuisca parole che non ho scritto, la prego: nel mio testo non c'è scritto "raccomandazioni". Ho solo detto che sospetto che, se hai parenti famosi, parti avvantaggiato. C'è una distinzione sottile, tra le due cose: ma, d'altra parte, anche tagliarla giù alla grossa è esecrabile flagello italico.
    Terzo: il mio sospetto si appuntava sul marito della signora (che è per me assai più interessante, visto che si occupa di letteratura, cosa che mi riguarda più da vicino di quanto non facciano i programmi di Santoro). E se la signora nel 1990 aveva "solo" 22 anni (che, detto per inciso, secondo me non è età in cui non pensare a fare la TV), il marito ne aveva 24, e alla TV ci poteva pensare benissimo. A margine: perdoni il mio inguaribile egotismo, ma da parte di chi "si suppone" che la ventenne Costamagna non volesse fare TV? Il "si" impersonale è sempre un po' generico, banalizzante, quasi - ma non lo dico per polemizzare - a non volersi prendere di persona la responsabilità della supposizione.
    Infine: grazie per avermi fatto notare che non ho concluso il ragionamento iniziale! È che, lo ammetto, il gusto del sospetto mi ha fatto perdere le tracce della signora Costamagna quando sono finito sull'usta del Buzzolan. Lei ha ragione, e io concordo: la Costamagna ha avuto le palle per mollare il tribuno popolare proprio quando quello si è sistemato. È atto per cui va ammirata, punto.

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