tag:blogger.com,1999:blog-23535384355481313932024-02-19T13:24:57.988+01:00BlogoSfogolo sfogo di un povero brianzoloCellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.comBlogger279125tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-12516369312448813572013-10-11T19:47:00.000+02:002013-10-11T19:47:42.659+02:00Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus!Bella giornata, oggi. Sole, aria limpida, luce cristallina anche su Milano.<br />
Ma in realtà ancora più bella la serata, quando scopro che è defunto un maledetto nazista, quell'Erich Priebke che era al comando delle SS che massacrarono 335 tra civili e militari alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.<br />
<br />Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-64525333123442773152013-10-04T18:23:00.001+02:002013-10-04T18:23:28.243+02:00Il Mediterraneo, l'Africa, l'Europa, l'ItaliaNon si potrà, temo, mai sapere a quanto ammonta per davvero il bilancio dei morti nell'ennesima strage di mare avvenuta ieri al largo di Lampedusa.<br />
Ennesima, perché si è perso il conto di quanti poveracci siano morti in questi anni nel tentativo di sfuggire ad una vita devastata dalla povertà, dalla fame, dalla malattia, dalla persecuzione della dittatura politica o religiosa, dall'ignoranza, dalla schiavitù, dalla pura e semplice, nuda e cruda disperazione.<br />
E il grido di dolore di Giusi Nicolini, sindaco di questo pezzo di terra italiana proiettata verso l'Africa, è il grido di chi ogni giorno è costretto dalla sua stessa posizione geografica a tenere un conto che nessun altro, né in Italia né in Europa, vuole tenere.<br />
Un conto che è dovuto anche a ragioni storiche oggettive, che tanti, che oggi invocano misure più severe per l'immigrazione e che cinicamente si ribellano al lutto nazionale, non vogliono riconoscere, spesso perché ignorano completamente questa materia.<br />
I regimi dittatoriali da cui questa gente scappa sono stati spesso foraggiati dai nostri governi democratici, che li hanno trattati come pezzi da gioco su di uno scacchiere dove abbiamo fatto le nostre mosse a nostro vantaggio, disinteressandoci completamente di quello che poi succedeva entro i confini di quelle pedine.<br />
Quella ricchezza che, secondo molti, i migranti sognano di rubarci venendo qui, in effetti, ha buona parte delle sue radici nei loro Paesi, che le nostre aziende, siano o meno multinazionali, hanno saccheggiato e saccheggiano impunemente grazie alla connivenza con i regimi di cui sopra.<br />
Gli armamenti con cui si combattono le migliaia di guerre grandi e piccole nei territori da cui questa gente scappa sono prodotti in Europa e negli Stati Uniti e in Russia, e sono venduti ai loro legittimi governi dai nostri legittimi, e ai loro terroristi dai nostri trafficanti criminali.<br />
Le droghe di derivazione naturale e sempre più spesso anche sintetiche, prodotte in questi Paesi e poi vendute per finanziare le guerre interne da cui scappano i dannati che muoiono poco al largo delle nostre coste, sono consumate nelle notti di divertimento delle nostre discoteche, dei nostri club, dei nostri rave party.<br />
Le donne che vengono rese schiave nei villaggi africani e poi sono portate qui a prostituirsi, i travestiti che emigrano in Italia illegalmente e battono i viali, le ragazze dell'Est europeo o del Sudest asiatico che si spogliano nei club, hanno clienti europei che sono, temo, ben più numerosi dei loro connazionali.<br />
La nostra civiltà è corresponsabile di questo movimento migratorio.<br />
La nostra civiltà non dovrebbe lasciare Giusi Nicolini e i Lampedusani soli a tenere questo conto.<br />
La nostra sarebbe civiltà se ci decidessimo a costruire una risposta vera di pace e progresso per tutti intorno a questo mare, invece che salvare banche che ci succhiano la vita e giustificare con le scuse più biecamente razziste la nostra inesistente superiorità.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-84249547025335238162013-09-22T12:54:00.000+02:002013-10-04T18:24:48.197+02:00N. Lilin - Educazione SiberianaNon ho ancora finito di leggerlo, però manca poco, e adesso ho del tempo che probabilmente non avrò quando avrò chiuso l'ultima pagina, quindi anticipo la recensione.<br />
Allora, lasciando da parte tutto il polverone che è stato fatto a proposito della verità o non verità delle cose narrate in questo libro (su cui avrei da dire la mia, certamente, ma ho bisogno di tempo per costruire un discorso che sia fatto bene e comprensibile anche ai non addetti ai lavori della critica strutturalista), devo dire che il romanzo mi è sembrato valido per alcuni aspetti, ma disastroso per altri.<br />
Lilin è certamente capace di dipingere un quadro realistico della Transnistria, la sua terra di onesti criminali in guerra contro altre bande, gli sbirri, l'Unione Sovietica, il demonio e chi più ne ha più ne metta. I paesaggi urbani degradati, il freddo siberiano, le condizioni di povertà di questa gente emergono con nitidezza, ma più per la loro stessa potenza icastica che per l'abilità di Lilin nell'uso della lingua... in effetti, questo è il punto più debole del romanzo: la lingua è un po' troppo monocorde, su un registro basso che non sembra scelto appositamente per rendere il contesto sociale, ma solo per mancanza di competenza. Ne è una conferma il ritmo della scrittura, che spesso non riesce a tenere dietro alle fasi dell'azione, soprattutto se sono concitate: paradossalmente, va molto meglio nei momenti di riposo, di spensieratezza lungo il fiume, nelle chiacchiere con gli anziani, nella rigidità dei riti parareligiosi della criminalità siberiana. In questo caso Lilin è davvero "dentro" la narrazione, i tempi sono perfetti, le battute puntuali, di grande effetto. Ed è in queste situazioni di lentezza che emerge il vero punto forte del testo, l'incredibile capacità di saltare da una narrazione all'altra, la capacità di aprire parentesi dentro a parentesi dentro a parentesi del discorso principale senza perdere il filo, senza confondere il lettore, senza smarrirlo dentro un labirinto, senza presentargli personaggi a metà, che poi spariranno lasciando dei buchi nella storia. In questi casi il ritmo della scrittura è perfetto, trascinante nella sua lentezza come le acque del fiume su cui Kolima va a pesca con i suoi amici nei giorni della sua giovinezza.<br />
Alla fine mi è piaciuto, ma l'avrei goduto di più se ci fosse stato un vero cambio di ritmo trale parti più "evocative" e quelle di azione.<br />
Mi ha ricordato: Joseph Porta (uno dei protagonisti dei romanzi di Sven Hassel), per la straordinaria capacità di infilare un racconto dentro l'altro; Pétit Frère (<i>alias</i> l'Obergefreiter Wolfgang Ewald Creutzfeld, il degno compare di Porta) che mi sembra l'ispiratore di Mel; <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Dersu_Uzala_-_Il_piccolo_uomo_delle_grandi_pianure">Derzu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure</a>; <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Danko">Ivan Danko</a>; Depeche Mode, Personal Jesus.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-58518097392966337152013-09-06T23:29:00.001+02:002013-09-06T23:29:17.765+02:00Cose che non si sanno e che invece si dovrebbero sapere<a href="http://www.ilpost.it/2013/09/06/condanna-paesi-bassi-srebrenica/">Leggo sull'ottimo Il Post</a> che la Corte suprema dei Paesi Bassi ha decretato oggi che l'Olanda è responsabile della morte di tre musulmani bosniaci durante <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Srebrenica_massacre#11.E2.80.9313_July_1995:_the_humanitarian_crisis_in_Poto.C4.8Dari">il massacro di Srebrenica</a> del luglio 1995.<br />
L'articolo spiega che si tratta di una notizia importantissima, perché questa decisione (che conferma quanto stabilito nei precedenti gradi di giudizio, nel 2011 e nel 2012) potrà avere delle conseguenze capitali sulle missioni di cosiddetto <i>peacekeeping</i>, dato che gli Stati potrebbero anche iniziare a rifiutarsi di parteciparvi, di fronte al rischio di condanne simili a questa conseguenti ad un comportamento scorretto dei propri soldati.<br />
In effetti la decisione è importante, ma molta parte della stampa online italiana sembra ignorarla: l'ho trovata su Il Post, Corriere TV e La Stampa (una robetta striminzita, ma c'è...) e su <a href="http://www.direttanews.it/2013/09/06/srebrenica-confermata-condanna-allolanda-responsabile-della-morte-di-tre-musulmani/">direttanews</a>, mentre Repubblica, Fatto Quotidiano, Libero, Unità e Manifesto tacciono; la notizia non è riportata nel sito dell'ANSA né in quello di Reuters Italia (ma su Reuters USA c'è: come se l'Adriatico fosse più ampio dell'Atlantico). Ho messo in Google: "srebrenica olanda condanna", e mi esce come primo risultato il sito di direttanews, e al secondo posto un articolo del 6 luglio 2011 (data della prima condanna). Ecco, già così sono, come dire, contrariato. Poi ho scritto (sempre in Google) in inglese: "dutch state srebrenica" e mi è uscita una pagina di risultati solo sulla notizia di oggi, tutte testate e agenzie che ne parlano: e passi per <a href="http://www.independent.ie/world-news/europe/dutch-state-liable-for-srebrenica-deaths-during-massacre-says-court-in-netherlands-29557903.html">l'Independent Ireland</a> (per quanto il Mare Celtico mi paia lontanuccio dall'Adriatico...), ma c'è anche il <a href="http://www.bangkokpost.com/news/world/368370/dutch-state-liable-for-muslim-deaths-at-srebrenica">Bangkok Post</a>, che è davvero dall'altra parte del globo. Noi siamo qui, a una manciata di ore di aereo da Belgrado, affacciati sullo stesso mare su cui si affacciava quella Jugoslavia di cui Sarajevo è la tomba e Srebrenica la lapide, e molti importanti giornali online non ne parlano minimamente.<br />
Poi la colpa è della scuola, che non sa più motivare gli italiani a studiare la Storia.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-73736393482777864962013-08-27T00:31:00.000+02:002013-08-27T00:35:59.500+02:00A. GIMÈNEZ-BARTLETT - Vita sentimentale di un camionistaFinita la rilettura del fantasmagorico <i>Q</i> di Luther Blisset (segue recensione, forse), mi sono riguardato tutta la libreria in salotto, e ho pescato, non senza qualche esitazione, questo libretto (nell'edizione Sellerio del 2010). L'esitazione, in realtà, era data dal fatto che non so bene come sia arrivato sugli scaffali, visto che non riporta <i>ex libris,</i> né del sottoscritto né della mia signora. Comunque, dopo essermi convinto che probabilmente si trattava di uno di quegli acquisti un po' avventati, di cui poi si dimentica persino l'esistenza, l'ho aperto e iniziato.<br />
Ma non l'ho finito, e non penso che lo farò mai, e per un motivo che mi è stato subito chiaro: l'incipit. L'autrice, invece di iniziare a raccontare la sua storia, apre con un pistolotto di tre pagine in cui spiega come le è venuta l'idea per il libro (e già qui... mah...), poi come ha fatto a costruire il protagonista (e perché mai dovrei desiderare saperlo? io voglio leggere quello che gli capita, non la sua scheda anagrafica!) e infine cosa voleva dire con il suo racconto (gulp! ri-gulp! ma stiamo scherzando?!?). Ecco, di fronte a questo dispiegamento di informazioni non richieste, mi sono risentito: neanche fossi un interdetto che non ha la minima idea di cosa sia un romanzo, di come vada affrontato, di cosa mi aspetta! Mi sono sentito trattato come un moccioso preso per la manina e introdotto in un palazzo bellissimo che non ha mai visto prima, ma che non viene lasciato libero di esplorare con i suoi ritmi e i suoi occhi e i suoi pregiudizi e le sue aspettative. E che diamine! Trovo che, da parte di un autore, sia un atteggiamento davvero poco rispettoso dei suoi lettori. Spiattellato così, nemmeno sotto la dicitura <i>Introduzione</i>, <i>Avvertenza al Lettore</i>, <i>Prologo</i>... niente: dopo il <i>colofon</i>, una bella pagina bianca con il titolo e poi via, le istruzioni per l'uso, sfacciate nonostante il carattere corsivo.<br />
Certo, di romanzi con prefazione a proposito dei modi della composizione ne ho già letti: che so, quel tomo romanticissimo di un geniaccio lecchese che parla di un matrimonio che non s'ha da fare... o anche il poliziesco di quel piemontese che narra una oscura storia di assassinii in monastero, alla ricerca di un libro proibito. In questi casi, però, le dichiarazioni di intenti poetici sono <i>già</i> una narrazione: si mettono una maschera, si camuffano da manoscritto ritrovato, giocano di ironia con il lettore. Ecco, quello che mi ha offeso di più nell'inizio di questo romanzo è l'assoluta mancanza di ironia, il piglio saccente, il modo spocchioso di trattare il lettore.<br />
Magari mi son perso un romanzo ben scritto, ma tanto la signora mi aveva già spiattellato tutto fin da prima dell'inizio.<br />
<i>Vade retro</i>.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-56184072049072543192013-08-22T20:43:00.000+02:002013-08-22T21:10:16.700+02:00M. CORTI - Introduzione a "Guido Cavalcanti - Rime" Edizione BUR Poesia del 1987, che riprende quella 1978. E si sente.<br />
La signora Corti è certamente una grande medievalista, come suggerisce la quarta di copertina, ma scrive con una pesantezza da far stramazzare un cammello. Il testo dell'introduzione è lentissimo, si trascina in una prosa noiosamente retrò, quasi volesse tediare il lettore. Non credo che sia intenzionale, è solo che in quegli anni si scriveva così. Che è poi la stessa cosa che accade per i contenuti: sono certamente validissimi, ma seguono un andamento a volte talmente ellittico da apparire labirintico, fatto di accenni non completati, suggerimenti sibillini, silenzi che si vorrebbero eloquenti. A tratti sembra quasi che la Nostra si degni di gettare, pur con una certa supponenza, le sue perle a noi, porcelli entrati di soppiatto nel Paradiso della Poesia Lirica, completamente sprovvisti degli strumenti per comprendere cose come <i>"la forza della funzione segnica"</i> di un capolavoro.<br />
Sarà che sono ignorante, saran l'ora del tempo e la dolce stagione, sarà che son passati trentacinque anni e si sente, ma questa introduzione mi ha abbattuto sul tavolo, e mi son fatto un'oretta di sonno.<br />
Un vero peccato, perché, al netto della spocchia accademica, del ritmo mortifero e del lessico retrodatato, quello che Maria Corti traccia è un percorso interessante dentro la poesia e le fonti filosofiche di uno dei maestri più importanti della lirica italiana, che avrebbe ancora oggi tantissimo da insegnare.<br />
Servirebbe una bella operazione di svecchiamento stilistico, di ripulitura scrittoria, di forzosa discesa al livello dei mortali.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-56305953603284387542013-07-29T14:53:00.000+02:002013-07-29T14:54:55.229+02:00100 anni di infamiaOggi <a href="http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/07/29/news/priebke_compie_100_anni_sotto_casa_lo_striscione_di_auguri-63907916/">arriva a un secolo di vita Erich Priebcke,</a> che il 24 marzo 1944 fu il braccio destro di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Herbert_Kappler">Herbert Kappler</a>, comandante della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gestapo">Gestapo</a> a Roma, nell'esecuzione della strage delle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_delle_Fosse_Ardeatine#L.27esecuzione">Fosse Ardeatine</a>, in cui 335 romani vennero giustiziati per vendicare i soldati SS morti il giorno prima nell'<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Via_Rasella">attentato partigiano di via Rasella</a>.<br />
Nei giorni scorsi si era parlato di una festa di compleanno, poi il suo avvocato ha detto che <a href="http://video.repubblica.it/edizione/roma/legale-priebke-festa-di-compleanno-non-ci-sara-ma-sarebbe-legittima/136280/134817?ref=NRCT-63907916-4">non se ne sarebbe fatto nulla</a>. Però intanto ha ricordato che sarebbe comunque stata legittima. Il <a href="http://video.repubblica.it/edizione/roma/priebke-taormina-io-al-compleanno-ci-sarei-andato/136291/134828">famoso avvocato Taormina</a> dice che se la festa ci fosse stata, ci sarebbe andato volentieri.<br />
Certo, i due sono i difensori di questo personaggio disgustoso, e in qualche modo devono essere in sintonia con lui, e quindi è davvero poco stupefacente che rilascino dichiarazioni del genere.<br />
Più stupefacente, invece, il silenzio delle autorità, che una volta di più lasciano correre sulle vicende che vedono implicato questo nazista, che ancora oggi è convinto di aver fatto una cosa giusta. Non intervenire è pericoloso: Priebke è un criminale, e non ribadire ufficialmente che l'Italia è decisamente scontenta del suo compleanno significa permettere ai suoi sostenitori di pensare che l'Italia abbia qualche motivo per giustificare le idee che hanno sostenuto tutta la vita di questo assassino.<br />
Egregio Presidente Napolitano, le spiacerebbe usare un po' della determinazione che usa per imporci sgradevoli governi anche per condannare eventi del genere?Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-80630728027065003732013-07-23T23:29:00.002+02:002013-07-23T23:30:58.393+02:00D. BROWN - Inferno<br />
Ed ecco il numero uno dei best seller del momento ispirati all'opera del nostro Padre amatissimo.<br />
Come per il meno noto Gungui, così anche quel fenomeno da baraccone di Dan Brown andava letto per imperativo categorico, come va letto tutto ciò che si occupa anche solo tangenzialmente di Dante. Disclaimer: non sto dicendo cosa dovrebbero fare tutti gli umani; sto solo descrivendo il mio personalissimo rapporto con l'Alighieri.<br />
Allora: il romanzo ha del ritmo, non c'è che dire, e come al solito è documentato fino al dettaglio, a volte ogni dettaglio. Le due cose, però, non sempre si compenetrano alla perfezione: troppi dettagli fanno inceppare il ritmo del marchingegno narrativo, oltre a dare sempre la sgradevole impressione che il Nostro Autore stia facendo della didattica all'ingrosso, oltre tutto trattandoci come poveri mentecatti dall'alto di una certa spocchia intellettuale molto East Coast. Ma quando non entra ossessivamente nel dettaglio, questo Brown è godibile, molto più di quello del Codice da Vinci (non mi perito nemmeno a mettere nel conto quella maialata solenne di Angeli e Demoni); l'intreccio di finzioni a più livelli che manda avanti la vicenda non è per nulla banale ed è riuscito a tenermi in sospeso fino in fondo; la trama mette in campo una serie di trucchi che non sono mai ripetitivi o scontati, come la sospensione dell'azione al momento giusto, che lascia il lettore a bocca asciutta, e non gli lascia mettere giù il libro fino al punto di raccordo successivo: ma di questa abilità Brown non abusa, e in più di una occasione il criticone spocchiosetto che è in me si aspetterebbe una sospensione ruffiana, e lui non ci casca, e prosegue in tutta onestà. Insomma, una buon impianto narrativo, che questa volta risulta ancor più romanzesco di quello del Codice, in modo da mandare in soffitta qualsiasi possibilità di equivoco con il reale e denunciare senza indugi l'appartenenza di questo racconto allo spazio della letteratura.<br />
E così stavolta anche i personaggi riescono meglio, così letterari come dichiaratamente sono, dalla Organizzazione segreta che fornisce identità fittizie, alla finta killer coi capelli a punta, alla vera task-force di pronto intervento del W.H.O., allo scienziato pazzo ricchissimo che infetta l’umanità con un virus creato in laboratorio, e guida il solito professor Langdon (solito nel senso che anche stavolta non riesce ad evitare di ingenerarmi quella ormai usuale antipatia che lo accompagna) in una caccia al tesoro in una Firenze più artistica e letteraria che mai, in compagnia di una bionda più misteriosa e bella che mai. Non c’è possibilità di equivoco, non c’è nessun rischio di inganno: stavolta si tratta proprio di un bel romanzone (direi d’appendice, se fossi sicuro che nessuno si offende per questa definizione, che per me non ha nulla di denigratorio), con tutti i sacri crismi del miglior romanzesco, come perdite di memoria, fughe rocambolesche, tentativi di assassinio, femmine fatali, amore, yacht di lusso, esotismo (Firenze, per la maggior parte dell’umanità, è esotica come Honolulu per noi), tecnologia ipervanzata, cattivi cattivissimi che minacciano il mondo, buoni buonissimi che lo vogliono salvare, insomma Bene & Male (l’Eterna Lotta tra - ).<br />
Linguisticamente, anche questo Inferno non è niente di che: di certo il Nostro sa scrivere meglio della povera <a href="http://celloananda.blogspot.it/2013/02/s-meyer-twilight.html">Stephanie Meyer</a> (non è che oggi sono crudele con lei: è che proprio non è capace!), ma non c'è niente che ricordi nemmeno lontanamente una prosa elegante, né tanto meno una lingua un minimo sperimentale. Da un libro che si mette di fronte ad un mostro sacro come la Prima Cantica della Commedia, ci si aspetterebbe un po' più di coraggio soprattutto da questo punto di vista; ma non sia mai che un qualche lettore povero abbia a faticare per capire un passaggio o un singolo vocabolo!<br />
Il punto più debole di tutto il racconto è la motivazione dell’arcicattivo, che alla fine sembra addirittura essere abbracciata dal nostro professor Langdon: al di là di questo ribaltamento, che non ènemmeno tanto sgradevole, è proprio l’approccio etico alla questione che è decisamente discutibile, e dà un po’ l’impressione di essere stato scelto per andare a colpire il solito bersaglio di Brown, cioè le grandi religioni organizzate, con la loro grettezza intellettuale, e la morale borghese del mondo occidentale, che di almeno una di quelle religioni è figlia primogenita, che limita stolidamente il potere della Scienza e della Conoscenza che potrebbero portare l’uomo ad un livello di perfezione finora inaudito e intentato. Ecco, da questo punto di vista il teorema fa acqua da tutte le parti, nonostante lo spreco di citazioni malthusiane, e in certo senso pare persino una forzatura entro l’impianto stesso del romanzo. Perché? Mah! La risposta più probabile mi pare, al momento, anche quella più banale: probabilmente Brown ci crede davvero, e non fa che cercare di riproporre quanto aveva già detto nei suoi altri libri. Non riesce a convincermi nemmeno stavolta; però stavolta, almeno, il ritmo mi ha tenuto incollato e non mi sono annoiato.<br />
E bravo Dan!<br />
Mi ha ricordato: Eva Kant di <i>Diabolik</i>; tutta la saga di <i>James Bond 007</i> di Jan Fleming (al cinema: per lo più i libri sono solo pallido fantasma della perfezione visionaria raggiunta dai film); un programma sulla RAI con Philippe Daverio che spiega l'Arte, (ma non riesco a ricordarmi il titolo...); Chuck Palahniuk, <i>Fight Club</i>; Ponson du Terraille, <i>Rocambole, il genio del Male</i>; in alcuni momenti, Langdon sembra <i>Lupin III</i>, mentre i membri della task-force del W.H.O. me li vedevo bardati come i pulotti del <i>Quinto Elemento</i> di Besson. Ah, quasi dimenticavo: mentre leggevo, il loro capo aveva, ovviamente, le fattezze di Ed Harris.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-53779011648968600262013-07-23T08:43:00.000+02:002013-07-23T08:44:11.304+02:00F. GUNGUI - InfernoOvviamente, dovevo leggerlo. Non che qualcuno me lo abbia imposto, naturalmente. È stata una sorta di imperativo categorico, un ordine della coscienza, una necessità di coerenza. È un romanzo ispirato alla <i>Commedia</i>, ergo non posso evitare. In più, era sponsorizzato, via Twitter, da <a href="http://www.sandronedazieri.it/">uno dei più bravi autori italiani viventi</a>, e sono andato in fiducia. Ecco, diciamolo subito: stavolta Sandrone si sbaglia.<br />
Diciamo che il libro non è brutto, ma semplicemente imbarazzante. E non per la scrittura, che si mantiene al di sopra della linea di galleggiamento (non molto, per la verità, ma almeno non siamo ai livelli aberranti della <a href="http://celloananda.blogspot.it/2013/02/s-meyer-twilight.html">Meyer</a>), ma per tutto il resto, a partire dalla struttura stessa della narrazione, che è evidentemente strutturata in tre parti (ma dai...) e che ricalca decisamente <i><a href="http://celloananda.blogspot.it/2012/08/s-collins-hunger-games-la-ragazza-di.html">Hunger Games</a></i>. Ci sono delle differenze, certo, ma i richiami sono molti di più: per una sana <i>emulazione</i> c'è ancora molta, molta strada da fare. La situazione di partenza è la stessa - la solita società futura ma no troppo in cui una élite di ricchissimi installata in insediamenti da sogno campa sulle spalle dei poveri lavoratori che sopravvivono in città degradate e baraccopoli. Se i poveracci hanno fortuna, possono finire a fare i lavoranti nel Paradiso dei ricconi: ed è così che i due protagonisti si conoscono, con relativi innamoramento interclasse e fuga rocambolesca e fallimentare che li precipita nella prigione chiamata Inferno, dove si incontrano e trovano una via di fuga. La protagonista femminile, che viene dal Paradiso, in questo percorso perderà tutte le sue certezze, cambierà profondamente fino a diventare una paladina dei poveracci in contrasto con il mondo da cui proviene e la sua stessa famiglia; il protagonista maschile scoprirà i misteri che allignano nel suo passato e che racchiudono la chiave per Salvare il Mondo. I personaggi sono un po' stereotipati, e la loro vicenda lo è anche di più, tanto che il tutto pare scritto come pedestre applicazione di un manuale di scrittura creativa che mescoli le voci "fantasy" e "bildungsroman". Il ritmo del racconto è discreto, ma moltissimi passaggi sono prevedibili come una predica a Natale, anche perché la psicologia dei personaggi è, alle volte, di una semplicità scandalosa (il massimo lo tocca quell'oca giuliva della madre della ragazzina). Il protagonista ha una sorella minore che lo adora (esattamente come in Hunger Games), una madre inquietante nel suo dolore, un padre defunto in circostanze che si riveleranno eroiche. Il ruolo devastante dei media che trasmettono le sofferenze dei dannati all'Inferno è lo stesso del network di <i>Hunger Games</i>, anche se qui viene risolto come una vera e propria religione organizzata dal potere - una nota originale, su cui valeva la pena di lavorare con più decisione: invece viene un po' buttata via, usando le chiese come semplice sfondo di alcuni passaggi.<br />
Ovviamente è parte di una trilogia, di cui attendendo gli sviluppi (se non altro per vedere quanto, nei prossimi capitoli, si discosterà dal suo modello). Ma le prossime puntate non le comprerò subito: aspetterò che arrivino in Biblioteca.<br />
Mi ricorda: S. Collins, <i>Hunger Games</i>; I. Asimov, <i>Fondazione</i>; Paul Glaser, <i>L'Implacabile - The running man</i> (1987).Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-17924178091745032752013-07-07T20:47:00.000+02:002013-07-07T20:47:37.210+02:00B. STOKER- DraculaSiccome mi son preso un cicchetto da qualcuno che dice che non scrivo più (e Dio sa se ne avrei voglia, ma il tempo scarseggia), ecco che impegnandomi provo a rimettermici.<br />
Oggi, come da titolo, recensione di un vero capolavoro. Siccome la lettura della sciacquatura di piatti della Meyer mi aveva messo voglia di rileggermi il capostipite di tutti i romanzi di vampiri, ho deciso che me lo sarei scaricato (gratis) sul telefono e me lo sarei sciroppato in lingua originale. Gran scelta. Bram Stoker è bravissimo: nonostante il libro sia del 1897, è ancora godibilissimo: la prosa è ariosa ed elegante, le descrizioni sono perfette e i personaggi credibili (persino quel fenomeno di Van Helsing), l'idea della narrazione costruita con un collage di lettere, diari, appunti di viaggio e di riunioni è molto moderna. Si legge che è un piacere e va via senza mai lasciarti un attimo di tregua. Me lo sono proprio goduto.<br />
Mentre leggevo mi venivano in mente: E.A. Poe, H.P. Lovecraft, <i>Kill Bill</i> di Quentin Tarantino, i vari misteri di frate Cadfael di Ellis Peteres, il video di <i>Walking in my shoes</i> dei Depeche Mode e quello di <i>Istrice </i>dei Subsonica.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-33270697802499449422013-02-25T23:56:00.002+01:002013-02-25T23:56:37.592+01:00Domattina<br />
Domani mattina andrò in classe. Me ne fotterò di D'Annunzio, di Verga e di quello sfigato di Pascoli. Me ne fotterò di Petrarca e di Boccaccio, Sannazzaro, Pietro Bembo, Machiavelli, Guicciardini, Della Casa, Michelangelo, Da Vinci, Pico e Lorenzo Valla. Non parlerò (ahimé) di G.B. Marino, né di Guido Casoni, Ciro di Pers, Goldoni e Molière, nemmeno di Da Ponte e dei suoi libretti (e già che ci sono, oblitererò pure Mozart). Me ne fotterò di Melchiorre Cesarotti e di Vittorio Alfieri e (udite udite) persino di Ugaccio Foscolaccio, per non parlare di quel gran cornuto di Vincenzo Monti e del giorno onomastico della sua donna Teresa Pichler. Accantonerò, con grande pena, il genio di Recanati e (con poco rimorso) il lecchese che scrisse un romanzo storico sopravvalutato e poi lo vendette a tutte le scuole del Regno per i due secoli a venire - e ditemi voi se non era figlio di mignotta.<br />
Domani mattina niente verbi contratti né altre minchiate ellenofone, ché la Grecia tanto tra due mesi ce la troviamo sotto casa e con il greco antico comunque non ci prendi neanche il taxi. Niente invasioni di barbari, domattina, né editti più o meno presunti di imperatori più o meno cristiani; niente commendaticii né servi della gleba, arioaldi e adaloaldi, niente generali vandali che salvano il culo a imperatori ragazzini, niente regni romano-barbarici né sifilitici basilei bizantini che rivogliono indietro le insegne imperiali. Domani Varo non entrerà nella selva di Teutoburgo, così per un po' quel povero vecchio balzano di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto potrà fare a meno di chiedergli di restituirgli le sue legioni.<br />
Domattina ci sarà una sola lezione, dalla prima alla quinta, dalle otto alle due.<br />
Domattina Canto VI del Purgatorio, nella Commedia di Dante Alighieri.<br />
Sapevatelo.<br />
Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-18382163319795339432013-02-24T22:48:00.001+01:002013-02-24T23:03:53.439+01:00S. MEYER - TwilightEcco. Ho finito di leggerlo. Che posso dire?<br />
Che ne vado orgoglioso. Un bel po' di gente, quando veniva a sapere che stavo affrontando questo libro, mi guardava sgranando gli occhi. Un'amica ha fatto anche tutta la scenetta "va-tutto-bene-chiamo-il-dottore-adesso-ti-curiamo".<br />
Ma sono orgoglioso di averlo letto, perché so che è una lettura che va tra i miei studenti, e trovo che sia poco intelligente andare in giro a dire <i>"gli adolescenti d'oggi leggono sono delle boiate pazzesche"</i> senza aver nemmeno fatto lo sforzo di guadare quei libri. Se poi si capisce che boiate non sono, tanto meglio: in fin dei conti, la saga di Harry Potter piace a un sacco di ragazzini, e a me non è sembrata fatta male (anche se i primi tre libri sono un po' troppo ripetitivi). Inoltre, leggendo ciò che gli studenti prediligono si può imparare qualcosa a proposito di come pensano, agiscono, si rapportano tra loro e con il mondo - il che non è mai male, nel mio lavoro. Facile andare in giro a dire <i>"gli adolescenti d'oggi sono tutti maleducati e ignoranti"</i>, ma se non conosci i loro codici, la comunicazione ti rimarrà sempre preclusa. Infine, mi son detto, si tratta pur sempre di vampiri: alla peggio sarà una collezione di orrorifico trito e ritrito, e la noia l'avrà vinta su tutto.<br />
In effetti mi sbagliavo, anche se non di molto: in Twilight non è stata la noia, ad atterrarmi. Sono state melensaggine e pessima scrittura.<br />
Periodi come: <i>"Era incredibile come ogni singola cellula del mio corpo sentisse la vicinanza di Edward e desiderasse vederlo. Ciò rendeva tutto molto difficile."</i> sono lo standard del livello linguistico, stilistico e contenutistico del libro. Tutto insieme.<br />
Periodi di questo genere sono legione, e si susseguono con proterva caparbietà, fino al voltastomaco. Il livello sintattico è semplificato al massimo: quasi tutto il discorso è strutturato per paratassi, per lo più periodi di due o tre proposizioni principali coordinate, isolati gli uni dagli altri con punto fermo. L'ipotassi, quando c'è, è limitata al primo grado di subordinazione, e sempre in forma assolutamente lineare: frase principale, frase dipendente - se appena si può, implicita: ché un bel gerundio risolve tutti i problemi di <i>consecutio temporum.</i><br />
Stilisticamente, di conseguenza, c'è poco da portare a casa. Come testimonia l'iperbole citata poco sopra (e quasi mi vergogno di chiamarla così), non sono solo le metafore a rimanere entro la rassicurante banalità della lingua quotidiana: qualsiasi tentativo di innalzamento o di abbassamento di registro, qualsiasi guizzo retorico, non va al di là di una normalità da supermarket. Senza alcuna pietà.<br />
E il contenuto, santa pazienza... ecco, il contenuto non è all'altezza del linguaggio e dello stile: è ben al di sotto.<br />
Dunque la protagonista, che cerca di vendersi come una banalissima adolescente, una sfigata di studentessa liceale, si innamora del più figo della scuola, che in mensa se ne sta sempre appartato con i suoi altrettanto splendidi e misteriosi fratelli, tutti descritti come gli stereotipi delle <a href="http://sportsillustrated.cnn.com/swimsuit/?eref=sinav&sct=hp_nv_a">copertine di </a><i><a href="http://sportsillustrated.cnn.com/swimsuit/?eref=sinav&sct=hp_nv_a">Sports Illustrated</a>. </i>Il giovanotto, <i>inspiegabilmente </i>(questo l'ho capito chiaramente, perché è ripetuto circa un milione di volte nelle poco più di 400 pagine dell'edizione italiana), ricambia. Pian piano lei si troverà coinvolta in strani fenomeni (lui la salva da un furgone che la sta per investire; gli indiani della vicina riserva la mettono in guardia con antiche leggende; lei va da sola nel bosco e si spaventa un po' - <i>sic!.</i> Insomma, niente di terrificante, mica che qualcuno pensi che sia un horror), e parlandone con lui, che pure continua a ripeterle che "è pericoloso", verrà a scoprire che si tratta di un vampiro che ha rinunciato a nutrirsi di sangue umano, e si accontenta di andare a caccia di grizzly con il fratello, ancora più grosso e forte di lui. Ma in realtà l'unico pericolo che la signorina Swan corre per davvero, in tutto il romanzo, è quello dell'infarto diabetico, vista la copiosa colata di melassa che le si rovescia nelle vene ogni volta che anche soltanto rivolge il pensiero al suo adorato Edward, per non parlare di quando gli si trova accanto. Roba da farmi svenire dall'odore di caramello zuccherato. Ad un certo punto (a mio avviso troppo tardi per essere 412 pagine), come era ovvio arriva un altro vampiro, un cacciatore di uomini, che cerca di mangiarsela, anche per una sua vendetta personale che, a dirla tutta, non è nemmeno spiegata gran che bene. Ma proprio appena il <i>"villain"</i> si trova la sua preda tra le mani, praticamente un topino in trappola, invece di colpire ed eliminarla definitivamente, come si addice alla perfetta macchina predatoria che è, si dilunga in spiegazioni che rivelano tutti i suoi piani, permettendo così l'intervento salvifico del prode Edward, che incasserà la gratitudine della profumata Isabella portandola... al ballo di fine anno della scuola!<br />
Ma siamo pazzi? Questi qui sono uno più scemo dell'altro.<br />
Ma porcomondo, signora Meyer, ma ha presente cos'è il Dracula di Bram Stoker?<br />
Io mi ci ero messo con impegno, e credo che, alla fine, mettendo tra uno e l'altro della distanza e dosi massicce di letteratura ben riuscita, sarò in grado di portare fino in fondo la mia idea di leggermi questo capolavoro dell'horror per adolescenti. Perché, alla fine, spero che qualcosa migliori: altrimenti, significherebbe che 'sti poveri ragazzi non hanno davvero un minimo di speranza.<br />
Mi ricorda: Carletto (il Principe dei mostri); I Fantastici 4 (quelli scemi del film, mica i fumetti, che avevano ben altro spessore); Meat Loaf (giuro: dev'essere per via di un video girato in mezzo alla foresta, ma non so più che canzone fosse, ormai son passati più di 20 anni); Blade I, II e pure III (una delle mie visioni estive preferite: un Wesley Snipes in gran spolvero per un fumettone <i>Made in Marvel </i>che secondo me la Meyer ha saccheggiato a man salva); gli Samshing Pumpinks (il look, mica la musica, ai tempi di <i>Machina</i>); Guido Gozzano (per contrasto, s'intende...); Ann Radcliffe, <i>I misteri di Udolpho</i>.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-34016168963480478302013-02-15T20:54:00.000+01:002013-02-15T20:54:42.266+01:00S. SARDUY - BarrocoEcco, di primo acchito mi verrebbe da scrivere, molto semplicemente: non si capisce un cazzo.<br />
Ma in realtà non è vero.<br />
È vero che si tratta di un testo difficilissimo, ma a starci sopra un mesetto (tra i più e il meno), a sbattere la testa nel muro, a rompere le palle agli amici psicologi (a proposito delle categorie che Sarduy invola a man bassa dalla produzione di Lacan), a schematizzare e prendere appunti, a ritornare daccapo tre volte per ogni paragrafo, qualcosa ci ho capito. Davvero.<br />
Le difficoltà del testo sono di vari livelli: da quello contenutistico a quello metodologico a quello linguistico a quello strutturale.<br />
Il contenuto è complesso di per sé: l'estetica del Barocco non è delle più semplici - a meno di non volerla liquidare rapidamente come kitsch della peggior specie. Ma se la si prende con i dovuti modi, è materia ricchissima di spunti, di approfondimenti, di fascinazioni, di infinite lateralità che si diramano in labirinti di intersezioni tra pittura scultura urbanistica architettura poesia musica romanzo. E Sarduy è un pozzo di scienza, da questo punto di vista: un furetto della conoscenza che salta da un'arte all'altra in velocità e con estrema sicurezza. Il che rende difficile anche il suo metodo: parte dal cerchio come paradigma platonico (e quindi orfico-pitagorico) del Cosmo, passa a Galilei Copernico e Keplero toccando, a titolo di esempio, l'urbanistica rinascimentale il Caravaggio Borromini Velazquez e Gongora, ma, ed è quasi incredibile, senza tirare niente e nessuno per i capelli.<br />
Il tutto in una lingua da avanguardia anni Sessanta (Sarduy collaborò intensamente con molte riviste di quel genere, tra cui <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Tel_Quel">Tel Quel</a>) e dunque piena di espressioni idiomatiche di quel contesto culturale, iper-specifica, debitrice al lessico della psicanalisi di Lacan, della linguistica della Kristeva, della filosofia di Michel Foucault e di Derrida, e in generale a tutto il mondo espressivo della rivoluzione culturale di quegli anni, che oggi risulta distante, enigmatico, fin farraginoso. Certo, la struttura non aiuta: accanto all'articolo principale sul Barocco sono raccolti nel libro una serie di altri interventi, presi proprio da Tel Quel, che hanno certo a che fare con il tema, ma lo sviluppano in modo poco organico al resto del testo - o, forse, poco interessante per me: sinceramente potrebbe anche essere che non sono stato in grado di cogliere tutti i nessi.<br />
Comunque, la parte su Gongora e la metafora in relazione all'estetica del Barocco e alla cosmologia basata sull'ellisse introdotta da Keplero è geniale.<br />
Grazie, Severo!Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-61782306655098675712013-02-14T23:21:00.000+01:002013-02-14T23:29:42.564+01:00Il video della Lega<br />
Da una settimana sono martellato, in ogni stazione ferroviaria che frequento, dal geniale <a href="http://www.lombardiaintesta.com/TEMPL_infodet_video.asp?IDLivello1=0&IDLivello2=0&IDLivello3=0&IDLT=10&IDInfo=1869">filmato elettorale che la Lega Nord ha confezionato per la campagna di Maroni presidente</a> della Lombardia.<br />
È una delle visioni più pazzesche che mi siano mai capitate: sembra che più trucidi luoghi comuni sul nord Italia (e, in maniera complementare, anche quelli sul sud) si siano dati appuntamento in uno studio di registrazione e si siano pavoneggiati davanti alla telecamera, con un commento sonoro da docufiction sul Pliocene e un accompagnamento musicale da film pornosoft.<br />
Terrificante perfino per essere solo uno spottone elettorale!<br />
Il video inizia con una magnifica alba mentre, in sottofondo, lo speaker tipo BBC ci annuncia che <i>“In Lombardia ci svegliamo presto”</i>. In effetti in Lombardia si svegliano presti quelli che vanno a lavorare, ma anche quelli che non fanno un cazzo, tipo i politici che si fottono i soldi dei rimborsi elettorali - come incidentalmente capitato alla famiglia Bossi tutta intera, madre compresa con la sua scuoletta padana.<br />
<i>“Per essere sempre pronti, anche alle emergenze”</i>, continua lo speaker, mentre vanno in scena le tende a ombrello di un mercato, che si aprono mentre il traffico scorre intorno a velocità raddoppiata. Che vorrà dire? che gli ambulanti intervengono in caso di emergenza? che gli ambulanti sono un’emergenza? che montare il mercato in mezzo al traffico è un’emergenza? che in tempo di crisi tirar su quattro soldi è talmente emergenziale che ti monti il banchetto anche in mezzo al traffico?<br />
Poi passano un po’ di immagini di folla che si muove a piedi, un paio di inquadrature della Stazione Centrale di Milano, e il commento riprende: <i>“in Lombardia paghiamo le tasse</i> (pausa breve) <i>veramente</i> (pausa più lunga)” e nel frattempo si vede una macchinetta contasoldi che impila banconote da 10€ (cazzo, almeno fossero quelle da cento!). Poi, all’improvviso, compare una bandiera rossocrociata sullo sfondo del Cervino (che secondo me è in Valle d’Aosta, che manco confina con la Lombardia, ma chi se ne fotte) e il commentatore, in tono serissimo, cala l’asso di cuori: <i>“come in Svizzera!”</i>, mentre una simpatica teleferica rossa (come la bandiera Svizzera) a due vagoni sale verso le vette (di certo non del Cervino), sullo sfondo di un pascolo verdissimo (come la Padania! che commozione) in cui ruminano quattro vacche.<br />
Ecco: essere leghisti significa, fondamentalmente, sognare una cartolina oleografica della Svizzera. <br />
Oh, sia chiaro: c’è anche di peggio. Ma non poi molto...<br />
L’immagine stacca su un pacchetto di moduli da compilare, e la Voce riprende<i> “e in Lombardia, nonostante le inefficienze statali </i>(ecco a cosa alludevano le scartoffie!), <i>produciamo il 60% della ricchezza nazionale”</i>. Peccato solo che la Lega sia stata al Governo a fianco di Berlusconi per una ventina di anni, e non abbia fatto una beata minchia per raddrizzare le <i>“inefficienze statali”,</i> fatta salva l'istituzione del Ministero per la Semplificazione di Calderoli, che ha invero aperto una sede anche in Villa Reale a Monza, di cui nessuno ha mai capito l’utilità.<br />
Per inciso, quando si parla del 60% della ricchezza l’ambientazione passa ad una officina meccanica, in cui vediamo assemblare quello che pare un motore - quasi a voler suggerire che la Lombardia fosse una sorta di “motore economico” d’Italia.<br />
Finalmente una metafora originale, rara, geniale, dirò di più: peregrina. Bel colpo.<br />
Altro stacco, e vediamo tre pensionati seduti su una panchina, di spalle. <i>“In Lombardia, l’assistenza è per coloro che ne hanno <u>realmente</u> bisogno”</i> (davvero, l’attore è bravissimo e riesce a sottolineare l’avverbio, godendo all’istante di tutta la mia invidia): a metà della frase l’immagine passa su un uomo in carrozzina abbracciato da un giovane (un volontario? un ASA? non si capisce...). Con il che, ho il sospetto che i tre vecchi seduti servano a suggerire la consueta immagine del terrone fancazzista che si ciuccia le risorse che invece vorremmo vedere impegnate nella nostra Regione: in effetti, hanno in testa, tutti e tre, una sicilianissima coppola e stanno ai giardini. Ma tutti sanno che in Lombardia ai giardinetti ci stanno solo i drogati e le badanti ukraine quando hanno il giorno libero, e che i pensionati continuano a lavorare (in nero, ovviamente) finché non schiattano in servizio. Ah, ma adesso vedi che con la riforma delle pensioni gli toccherà lavorare fino alla morte anche ai terroni (peccato, cazzo, che la riforma l’abbia fatta il Governo Monti, con la Lega all’opposizione...).<br />
Altre immagini di folla che cammina, poi dei binari visti dall’alto con due treni e mezzo che sfrecciano rapidissimi, mentre la voce ci ricorda che <i>“in Lombardia, nonostante il Patto di Stabilità, gli amministratori locali continuano ad erogare servizi e a creare spazi per i nostri figli”</i>, e qui l’immagine stacca su un bambino in altalena in un parchetto verdissimo (e daje...).<br />
Primo: citare le ferrovie come esempio di efficienza può venire in mente solo ad uno che usa la macchina anche per andare dal cesso alla stanza e non è mai salito su un Trenord in tutta la sua vita. Tipo: Maroni.<br />
Secondo: i due convogli che si incrociano non si vedono bene, perché l’immagine è accelerata (e quando mai! in Lombardia non c’è NESSUNO che vada a velocità normale, qui mica dormiamo!), ma a me non sembrano per niente treni pendolari di Trenord (e quelli conosco bene). Hanno un che di rosso sul muso e sulla coda, e secondo me si tratta di roba svizzera (ma va'!), tipo il Bellinzona-Milano. Che viaggia in Lombardia, certo, ma in virtù della pazienza degli amministratori svizzeri, che non sparano a Trenord ogni volta che ne avrebbero la (sacrosanta) tentazione.<br />
Infine, dire <i>“<u>nonostante</u> il Patto di Stabilità” </i>significa mentire apertamente: il Patto di Stabilità ha permesso di evitare una quantità esiziale di sprechi che si verificano in TUTTE le amministrazioni europee, compresa quella tedesca. Senza Patto di Stabilità, tanti saluti ai servizi: non il contrario.<br />
Avanti: <i>“In Lombardia ci sono eccellenze universitarie conosciute in tutto il mondo”. </i>In ordine di comparizione: l’ingresso della Statale in Festa del Perdono e il Politecnico in Leonardo (dice: “ma, in Lombardia, l’Università ce l’avete solo a Milano? E, comunque, solo due?”); poi una scenetta di laboratorio medico (per lo più provette che potrebbero essere anche per la fecondazione artificiale, così i geni si sono anche bruciati il voto cattolico senza nemmanco rendersene conto) e una sala operatoria (almeno hanno avuto il buon gusto di non far vedere il cupolone con angiolotto del San Raffaele...).<br />
Di per sé non sembra ‘sta grande eccellenza, e per di più è buttata lì come un accessorio: del resto , in Lombardia lo sanno tutti che la cultura è <i>tanta spesa, poca resa</i>.<br />
Via: <i>“in Lombardia la Sanità si prende cura di tutti”</i> incubatrice con neonato; pausa ad effetto, poi <i>“ma proprio tutti”</i> e compare una paziente evidentemente straniera (ma non si capisce bene di che provenienza, tipo: tanto son tutti uguali) e medico in camice e stetoscopio al collo - o è un'infermiera? comunque sia, è rigorosamente caucasica: la coscienza che buona parte del personale infermieristico in Italia (e in Lombardia) è straniero non li sfiora nemmeno, né tantomeno l'ipotesi (aberrante!) di un medico evidentemente africano o indiano che cura un paziente lombardo. Vade retro, négher.<br />
<i>“In Lombardia ogni giorno ci alziamo prima perché da sempre manteniamo l’intero Paese”</i>: immagini dell’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele; di un centro direzionale non meglio specificato, comunque roba di vetro e cemento (<i>omnia vincit mattone</i>, come sapeva già quel buon lumbàrd di Virgilio Marone, un solido celta mantovano); di una scala tipo metropolitana: tutto pieno di gente che va e viene a velocità accelerata (inizia a venirmi il vomito con tutta 'sta velocità). Poi si passa a uno sfondo più naturale (tipo parco, ma non troppo chiaro, sfumato, mica che salti fuori qualche ukraina da un cespuglio), la folla rallenta del 200% e svanisce in una luminosità diafana (<i>trasumanar significar per verba non si porria</i>...), che diventa nuvole nel cielo azzurro, mentre la voce ti ricorda che <i>“se questa è la tua Lombardia, Maroni è il tuo presidente”</i>. Nuvole, simbolo con due righe di promemoria (come se servisse); sfumano le nuvole, chiusura sul simbolo su sfondo bianco. “Vota Maroni” in basso, Arial Black (o simili) corpo 38, verde fluo. Stop. 01'<br />
<br />
Faccio notare che tutto il testo è letto con con una dizione PERFETTA, in modo che qualsiasi accenno di regionalismo svanisca completamente.<br />
Chissà come è contento Bersani.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-3684081245089666062013-02-14T20:53:00.002+01:002013-02-14T20:53:48.529+01:00D. GROSSMAN - A un cerbiatto somiglia il mio amore<br />
Piccola premessa: io penso che David Grossman abbia scritto il libro più bello di fine millennio, che è “Che tu sia per me il coltello” (1999).<br />
Ciò detto, questo libro non mi è sembrato all’altezza.<br />
È un libro impegnato e dolente, perché ripercorre l’itinerario di uno dei momenti più drammatici della vita del suo autore, la morte del figlio minore durante l’ultimo intervento di Tsahal in Libano.<br />
È un libro sui temi cari a Grossman: l’amore, anzitutto, la pace e la guerra in Palestina, quello che c’è in fondo al cuore degli uomini, le relazioni, l’indicibilità, i silenzi e le parole che creano, le differenze generazionali e sociali.<br />
Ma è lento. È lentissimo, e non nel senso che non ci sia azione. È lentissimo nel dipanarsi della ricostruzione della vita di Orah, la protagonista, e dei due uomini che ha amato, in modo diversissimo, per tutta la vita, e dei due figli che Orah ha avuto da loro.<br />
E ha alcuni passaggi che mi sono parsi incomprensibili: tutto il racconto iniziale di Orah e del tassista palestinese, alla fine non son riuscito a capire a cosa diavolo servisse. A dire che la vita le sta crollando definitivamente addosso? Ma è chiarissimo anche senza quella parte, senza dover tirare in ballo la relazione quotidiana con il mondo arabo palestinese. Che la situazione di Orah e della sua famiglia sia metafora di quella di tutto Israele è chiarissimo: ma il rapporto con il taxista Sami mi pare, da questo punto di vista, fin troppo ottimistico. Ovvero, è Orah ad essere stata sempre troppo ottimista in proposito, ma a questo punto ben le sta: ha sfruttato per quasi due decenni un palestinese, e poi si meraviglia se quello si incazza...<br />
E così anche la situazione con i suoi tre uomini: il marito Ilan e i figli Abel e Ofer sono, francamente, insopportabili. Se non altro per il fatto che la trattano come una minus habens o, alternativamente (ma alle volte contemporaneamente) come una serva di casa, o una brava cagnolina attaccata al padroncino. In effetti ci sono momenti in cui la signora si comporta esattamente a quella maniera, e ti verrebbe voglia di pigliare a calci anche lei - per esempio quando Ilan, dopo averla ingravidata ed essersene andato di casa appena nato il pupo con la scusa del ricordo dell’altro (che ha sofferto tanto, poverino), ritorna e fa tutta una manfrina per farsi riammettere. Ma un bel vaffanculopezzodimmerda non glielo vogliamo urlare, signora Orah, così che te lo togli dai piedi e forse - dico forse - ti rimetti con Avram e lo risistemi, che è chiaro che lui sì che ti ama davvero? E invece no, la signora Orah si riprende in casa il bell’Ilan, ne fa il padre del secondo figlio (che ha concepito con Avram in un impeto di crocerossinità, ma anche di amore sincero per quell’uomo).<br />
Avram: quello sì che è un personaggio ben riuscito, stupendo nella sua diversità, nell’ironia sottile che lo anima fino al momento della cattura da parte degli Egiziani (durante la guerra del Kippur), nel suo silenzio, nella sua follia dopo il ritorno in patria, perseguitato dai ricordi delle torture degli egiziani, dalle domande dei Servizi Segreti israeliani che vogliono sapere cosa ha rivelato e dallo stesso Stato di Israele che, per tutto ringraziamento, lo mette a fare il cameriere in un ristorante indiano. Avram, che cerca di rifarsi una vita alla sua maniera, tagliando fuori la sofferenza, anche quella umanissima di un genitore, perché, povero cristo, non ne può più di soffrire (mentre Orah e Ilan giochicchiano a quelli che non ci possono credere a tutta la felicità che gli è capitata addosso, e chissà cosa ci sudderà, prima o poi la dovremo pagare e via così, in una autocommiserazione borghesuccia che a volte, onestamente, dà il voltastomaco). Adam che ha trovato una nuova fidanzata, Neta, di quasi venti anni minore di lui (massimo rispetto, Adam!), anche lei nel giro sbagliato, una borderline con tendenze suicide, che però è l’unica, l’unica di tutta la fottuta storia, abbastanza lucida da sbattere in faccia ad Avram che lui è l’uomo della sua vita, ma, purtroppo, lei non è la donna della vita di Avram, come invece è Orah, di cui Avram non ha voluto nemmeno dirle il nome. Ecco: Neta è il personaggio che in assoluto mi è piaciuto di più in tutto il libro (anche se ci vive pochissimo), perché, almeno lei, è concreta, reale, diretta, viva, vivissima, come l’Avram di prima della prigionia.<br />
Tralascio, per pietà nei confronti dell’autore, a cui devo alcuni dei più bei personaggi che io abbia mai incontrato in un libro, di commentare i due figli di Orah, una coppia di deficienti che peggio non si poteva, soprattutto quell’Ofer che è il motivo di tutti gli infiniti patemi di Orah, il vero motore della vicenda, che non solo mentre è in servizio si dimentica per tre giorni un povero scemo del villaggio rinchiuso in una cella frigorifera (e Ofer è uno attentissimo, a cui non sfugge niente, e un ragazzo giusto, a sentire sua madre: al che ti chiedi se davvero la signora non abbia dei problemi...), ma addirittura, a ferma conclusa, si dà volontario per tornare al fronte, con il rischio di farsi ammazzare nel suo carro armato, mandando con questo bel gesto del tutto fuori di testa sua madre (non che prima fosse a posto, intendiamoci). L’altro fratello, Adam, è un sapientino tutto suo padre, che ha un ruolo ben marginale nel libro - e grazie a Dio, chissà che scempiaggini avrebbe messo in piazza se avesse avuto più spazio per sé.<br />
Non che sia tutto da buttare via, s’intende. Ci sono brani di lirismo puro, come il momento in cui Orah ricorda di aver passato tre settimane a fare avanti e indietro su una linea di autobus, con il terrore di saltare per aria in un attentato, solo per un impulso di cui nemmeno lei riusciva a darsi ragione. O come il personaggio del dottore rimasto vedovo che intervista tutti quelli che incontra sul sentiero, chiedendo loro quali siano i più grandi rimpianti e rimorsi che hanno. O il momento iniziale, quando Orah, Ilan e Avram si conoscono, nel reparto di quarantena di un ospedale di Gerusalemme, in cui sono rimasti del tutto soli, e non capiscono gran che di quello che succede per via del sonno e del delirio della malattia. O, infine, il racconto della rocambolesca fuga di Ilan e dei suoi compagni dall’avamposto in cui sono rimasti bloccati durante la guerra del Kippur, dove Ilan ha potuto ascoltare le ultime parole trasmesse per radio da Avram prima di essere catturato.<br />
Ma questi bei momenti sono come dispersi, dissipati in un'aria rarefatta, un po' stordita, sonnacchiosa, e, ahimé, fin troppo autocommiseratoria. Peccato: poteva essere una grandissima figura di donna che spappola di spregio quei cialtroni militaristi che si ritrova in famiglia, e invece...<br />
Mi ricorda: Amos Gitai, <i>Kippur</i>; Neil Gaiman, <i>Nessun dove</i> (a proposito di Neta); G. del Toro, <i>Il labirinto del Fauno</i> (per il primo incontro tra Orah, Avram e Ilan); FloRida, <i>Whiste</i> (Adam, che è un rapper impegnato); V. Natali, <i>Cube</i> (per lea raazione tra i tre protagonisti, e tra loro e il mondo arabo palestinese); NIN,<i> The slip</i> (è il suono che ho percepito in sottofondo per tutta la lettura).<br />
Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-43236259055021711602013-01-20T18:13:00.002+01:002013-02-24T00:04:02.457+01:00Guarda casoSono qui che leggo un po' di newz online, tranzollo come un pollo, senza aspettarmi chissà ché, tanto è domenica sera e peggio di così cosa vorrai che salti fuori.<br />
Su Repubblica online mi incuriosisce <a href="http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/luisella-costamagna-lascia-santoro-una-scelta/116754?video=&ref=HRESS-4">uno dei richiami sulla banda di destra</a>: la Costamagna lascia Santoro. Siccome non so niente di TV, ma il nome dell'arruffapopoli di <i>Servizio Pubblico</i> mi fa un certo effetto soprattutto <a href="http://www.carmillaonline.com/archives/2013/01/004595.html#004595">dopo che ha contribuito in maniera sostanziale all'ennesima resurrezione</a> del cadavere dell'amico di Dell'Utri, ecco che vado a cercare su Wiki <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Luisella_Costamagna"><span id="goog_1885130257"></span>la biografia della signora Costamagna<span id="goog_1885130258"></span></a>, giusto per capire se ha davvero le palle di lasciare proprio nel momento in cui il suo capetto si è guadagnato la gratitudine del futuro Padrone del Vapore.<br />
Ma, giunto <i>sub voce</i>, la mia attenzione<i> </i>è catalizzata dalla sua vita privata: il suo compagno, si dice, è uno scrittore, tal Dario Buzzolan. Non avendone mai sentito parlare, balzo immediatamente <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Dario_Buzzolan">alla pagina di Wiki che parla di lui</a>, dove apprendo che oltre a scrivere romanzi che vengono candidati ai migliori premi nazionali (puzza), fa anche parte di delegazioni ufficiali ai saloni del libro (puzza di più) e lavora per La7 e Rai3 (a questo punto mi metto la maschera). Risulta essere compagno della Costamagna (ma lo sapevamo già) e figlio secondogenito di Ugo Buzzolan, che ha un suo link - il che significa che non è l'ultimo dei nessuno. Il tasto sinistro del mouse praticamente scatta da solo:<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Buzzolan"> Ugo Buzzolan </a>è stato il primo vero critico di TV in Italia.<br />
Poi uno è disposto a concedere sempre tutte le possibilità a tutti, per carità. Però mi sembra l'ennesima dimostrazione che nel mondo della cultura televisiva italiana, se hai un parente famoso, parti avvantaggiato.<br />
Che non è per niente democratico, ecco.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-81107703731223749452012-12-29T20:47:00.001+01:002012-12-29T20:47:40.274+01:00Non c'è peggior sordo...<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/14/usa-sparatoria-in-scuola-elementare-in-connecticut-diverse-vittime/446500/">Pare</a> che un senatore statunitense, tale <a href="http://www.rockefeller.senate.gov/public/">Jay Rockefeller,</a> abbia introdotto una proposta di legge per chiedere alla National Academy of Sciences<a href="http://www.rockefeller.senate.gov/public/index.cfm/press-releases?ID=63bfd4cf-24f5-46f6-ae89-a054c733752c"> uno studio sulla possibile relazione</a> tra stragi come quella di <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/14/usa-sparatoria-in-scuola-elementare-in-connecticut-diverse-vittime/446500/">Newtown</a> e i videogiochi violenti.<br />
Non è che io sia un fanatico di videogiochi, ma per quel poco che li ho usati, ho sempre frequentato il genere <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sparatutto_in_prima_persona">FPS</a>, che sta per <i>First Person Shooter</i>, comunemente chiamati "sparatutto in prima persona" (come il leggendario <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Wolfenstein_3D">Wolfenstein 3D</a>). Questo non significa affatto che io senta il bisogno di andare a scuola a sparare addosso a tutto quello che si muove: anche nei periodi in cui sono più sotto pressione e insoddisfatto del mio lavoro, l'espressione "li ammazzerei tutti" rimane una (persino banale) <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Iperbole_(figura_retorica)">iperbole</a> che serve a sottolineare in maniera colorita l'idea della mia delusione. E lo stesso lo posso dire di decine e decine di alunni (spesso frustrati nel loro percorso di crescita dall'incontro con istituzioni sorde alle loro richieste più profonde), che non hanno mai pensato di venire a scuola armati e massacrare tutto quello che gli passava davanti - e spesso i miei studenti sono ben più assidui di me nell'uso di videogames d'azione violenta!<br />
È che secondo me questa storia dei videogame violenti è una bella porcata che serve a non guardare davvero dove si dovrebbe.<br />
E non è che il livello di violenza verbale della società americana sia molto più alto di quello della nostra: anche noi abbiamo talk show in cui ci si insulta rabbiosamente, <a href="http://www.dailymotion.com/video/xr122z_minacce-ultra-bari-a-calciatori-arresti_news#.UN83Dhxp5DQ">tifosi che minacciano</a> la squadra, <a href="http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/immigrazione-borghezio-contro-i-clandestini-ci-vogliono-i-bastoni-1120708/">rappresentanti delle istituzioni che auspicano la morte</a> dei migranti, <a href="http://video.repubblica.it/edizione/genova/don-corsi-alla-giornalista-spero-che-lei-abbia-un-incidente/114770/113173">preti che augurano ai giornalisti</a> di morire di morte improvvisa e via dicendo. E non è che l'Europa sia un regno di pace e serenità rispetto agli States: basta dare un'occhiata alle manifestazioni in piazza Syntagma - dove peraltro si manifesta con estrema violenza per motivi ben più ragionevoli delle idiozie razziste di <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/anders-behring-breivik/">Anders Behring Breivik</a> o delle psicosi di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Eric_Harris_and_Dylan_Klebold">Harris e Klebold</a>.<br />
Cos'è che scatena questo genere di avvenimenti negli States e non da noi - o in Giappone, per esempio, che ha dato vita, soprattutto nel Novecento, ad una ideologia fortemente militarista e decisamente violenta?<br />
Bisogna proprio essere sordi e ciechi per non capire che l'accesso praticamente illimitato alle armi da fuoco, anche da guerra, è il primo responsabile di queste tragedie!<br />
O, in alternativa, averci la faccia come il culo (come il senatore Rockefeller).Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-68727736162506670492012-12-28T14:02:00.000+01:002012-12-28T14:02:23.908+01:00ClericofascismoOggi, avendo un paio di minuti liberi, ho dato un'occhiata al famigerato sito di <a href="http://www.pontifex.roma.it/">Pontifex</a>, quello da cui pare che il parroco di Lerici abbia tratto ispirazione per la sua intemerata contro le donne che "se la cercano".<br />
Leggendo <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-27/pontifex-dietro-sito-talebani-142526.shtml?uuid=AbWE5UFH">sul Sole 24 ore</a> che il sito consiglia di votare Berlusconi (con solida coerenza, evidentemente), ho voluto accertarmene. E facendo una rapida ricerca sul motore interno a Pontifex, ho trovato anche di meglio: date un'occhiata <a href="http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/13478-ma-siamo-sicuri-davvero-che-mussolini-fu-il-male-assoluto">qui</a>!<br />
Ma non è che si configurano gli estremi per il reato di apologia di fascismo?Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-68992926702770567832012-12-26T22:55:00.003+01:002012-12-26T23:08:20.232+01:00Di donne e vignetteOggi giornata lunga di feste natalizie, terzo appuntamento con i parenti, che non lascia tempo ad altro (grazie a Dio la televisione rimane spenta durante queste riunioni, anche perché siamo tanti e talmente rumorosi che sarebbe solo uno spreco di corrente accenderla). Arrivo a casa e do un'occhiata almeno ai titoli dei quotidiani online, e cosa ti trovo?<br />
Un prete di La Spezia pubblica nella bacheca della parrocchia un volantino, in cui dichiara che la responsabilità per le violenze che le donne subiscono è spesso tutta loro, delle vittime, che in realtà "provocano" con l'abbigliamento e con i loro atteggiamenti, nati soprattutto dal fatto che ormai queste sconsiderate "si credono autonome". La pubblicazione fa infuriare un bel po' di gente (in primis il Telefono Rosa) e crea un polverone nei media, in cui il signor prete sguazza allegro come un pescecane, dando del "frocio" ad un giornalista che lo intervista al telefono -dimostrando così l'ampiezza delle sue vedute a proposito di tutte le questioni di genere. Alla fine interviene il Vescovo che fa ritirare il tazebao.<br />
Questa la storia che si evince da <a href="http://genova.repubblica.it/cronaca/2012/12/24/news/il_sacerdote_scrive_ai_fedeli_femminicidio_colpa_delle_donne-49410366/">Repubblica</a>, dal <a href="http://www.corriere.it/cronache/12_dicembre_26/femminicidio-parrocchia-lerici-donna_554ffe02-4f72-11e2-928c-8cc85a40346e.shtml">Corriere</a>, dalla <a href="http://www.lastampa.it/2012/12/26/italia/cronache/le-donne-istigano-alla-violenza-bufera-sul-manifesto-del-prete-di-lerici-e-sul-sito-cattolico-pontifex-YTBNdbiG1ZdNQ0aV4BpfTL/pagina.html">Stampa</a>.<br />
Ora, io posso anche capire che questa persona condivida l'idea, assai diffusa, che le donne provochino con il loro abbigliamento. È un modo di vedere le cose dettato da una mentalità tradizionalmente maschilista, che non desta nessuna meraviglia entro un certo tipo di approccio al sacro, a cui evidentemente si rifà questo personaggio.<br />
Mi lascia assai più perplesso apprendere che questo signore aveva già dato prova della sua altissima considerazione dell'altro pubblicando, nella stessa bacheca parrocchiale, delle <a href="http://www.gazzettadellaspezia.it/index.php/cronaca/item/3852-san-terenzo-bagarre-per-le-vignette-anti-islam-in-parrocchia.html">vignette anti-islamiche</a>. Apparentemente (visto che è ancora parroco nello stesso posto) al di fuori del controllo delle gerarchie che dovrebbero monitorare i comportamenti del clero sul territorio. Certo, ora il signor Vescovo si è attivato, ma forse era il caso di pensarci prima...<br />
<i>In secundis</i>, mi permetto un piccolo rilievo di ordine puramente logico: questo signore pubblica nella stessa bacheca parrocchiale vignette anti islamiche e deliri antifemministi. Se c'è un argomento che va decisamente a sfavore di quella religione è il modo con cui in molti Paesi a maggioranza islamica vengono trattate le donne, tenute in una condizione di minorità che molto assomiglia a quella disegnata dalle parole del parroco nel suo tazebao natalizio.<br />
Poi ognuno la pensa come vuole, però avere le idee chiare è importante.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-66622156036121467022012-12-21T23:17:00.000+01:002012-12-26T23:21:43.305+01:00Re Giorgio, Nosferatu e i poveri Cristi<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/21/sallusti-procura-generale-di-milano-dice-no-alla-grazia/452654/">Leggo solo ora sul Fatto Quotidiano online</a> che il Presidente Napolitano ha commutato la pena di Alessandro Sallusti in una semplice ammenda (peraltro di 15'000 €, cifra che uno con la posizione e gli agganci di Sallusti guadagna in un mesetto o poco più, alla faccia di quelli che ci mettono un anno intero).<br />
Questa è l'ennesima e definitiva dimostrazione che in questo Paese non c'è una Giustizia uguale per tutti, ma il Codice viene applicato senza vergogna in maniera differente ai potenti e ai loro protetti.<br />
Gentile signor Napolitano, vorrei ricordarle che Lei è il garante della Costituzione, non dei privilegi dei politicanti e dei loro compagni parenti amici amanti & affini. In seconda battuta, mi duole di doverle ricordare anche la sua militanza in un partito che è sempre stato a sinistra, che addirittura si chiamava "comunista", che ha sempre detto di avere a cuore l'uguaglianza, il diritto, la difesa dei poveracci e tutti gli argomenti con cui ci assordate ad ogni elezione e di cui vi dimenticate puntualmente ogni volta che qualcuno del vostro "giro" vi chiede un favore, alla faccia di diritto e meritocrazia.<br />
Ma tutto sommato, signor Presidente, la voglio ringraziare: questa piccola storia ignobile è l'ennesimo segnale di quanto stia male questo sistema politico. E un malato così grave non può che morire presto, portandosi nella tomba tutti i parassiti che gli campano addosso.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-50195126853449178552012-12-15T10:45:00.000+01:002012-12-15T10:45:29.765+01:00Dopo Newtown Ieri negli USA un ragazzino è <a href="http://www.repubblica.it/esteri/2012/12/14/news/connecticut_sparatoria_in_scuola_elementare_1_morto-48750486/?ref=HREA-1">entrato in una scuola elementare e ha massacrato una ventina di persone</a> tra bambini e adulti.<br />
Negli USA procurarsi armi da guerra è facile come bere un bicchiere d'acqua, ma<a href="http://www.guardian.co.uk/world/2012/dec/14/obama-meaningful-action-newtown-shooting"> le parole di Obama dopo la strage</a> sono l'ennesima presa in giro di un Presidente che è sostanzialmente impotente di fronte alla lobby guidata dalla <a href="http://home.nra.org/#">National Rifle Association</a> - che si spaccia per una associazione di possessori di armi, ma in realtà è una espressione dei produttori, che sono gli unici che traggono vantaggi dalla situazione, perché la libera vendita delle armi mette in costante pericolo decine di migliaia di cittadini (invece di proteggerli, come vorrebbe farci credere la NRA), e invece mette al sicuro milioni di dollaroni all'anno nelle casse dei produttori.<br />
A vedere <a href="http://www.repubblica.it/esteri/2012/12/14/foto/sparatoria_in_connecticut_polizia_e_forze_speciali_in_azione-48765256/1/?ref=HREA-1">le foto della massa di poliziotti intervenuti</a>, attrezzati come <i>Marines</i> in un film di Clint Eastwood, si direbbe che ci sia un circolo vizioso veramente perverso che prevede di vendere alle Forze dell'Ordine sempre più armi e sempre più sofisticate per intervenire in caso di aggressione da parte di privati equipaggiati con armi sempre più potenti liberamente vendute al supermarket.<br />
È una idiozia identica a quella per cui noi spendiamo milioni di € all'anno per mandare i nostri soldati in giro per il mondo a farsi sparare addosso da gente che usa armi prodotte in Italia (fucili e postole Beretta, per esempio).<br />
Proprio un bell'esempio di uso del cervello per costruire una umanità migliore.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-5249469924232932172012-12-14T23:57:00.001+01:002012-12-15T00:04:48.152+01:00"Giornata della Pace" un corno (ovvero Benedetto strikes back)È disponibile sul sito del Vaticano il fantastico <a href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20121208_xlvi-world-day-peace_it.html">MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA CELEBRAZIONE DELLA XLVI GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2013</a>.<br />
Lo scritto è noioso come tutte le prediche, in particolare quelle di questo pontefice, ma contiene anche una serie di chicche che sono state giustamente segnalate da molta parte della stampa, in particolare nel §4. Mi limito a riprenderne alcune di quelle che mi paiono più significative.<br />
<i>"Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale."</i><br />
Certo, la <i>"fine naturale"</i> come quella che avete lasciato fare a Wojtila. Proprio naturale, sì sì. O a tutte le altre persone che ormai sono diventate corpi inerti attaccati ad una macchina. Com'è che l'eutanasia è nominata chiaramente come un orrendo male, mentre sull'accanimento terapeutico il papa glissa? Coscienza sporca?<br />
<br />
<i>"Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale".</i><br />
E qui non è possibile sbagliarsi: ce l'ha con gli omosessuali. Quando la gerarchia cattolica parla di <i>"unione"</i> naturale <i>"tra un uomo e una donna",</i> ha loro come bersaglio. I <i>"tentativi di render </i>[la famiglia]<i> giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse"</i> sono un riferimento al temutissimo riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Quindi, in sunto: riconoscere diritti giuridici alle coppie gay danneggia e destabilizza la famiglia tradizionale.<br />
Sarò anche scemo, ma io non me sono mai accorto: la mia famiglia tradizionale non si sente per niente <i>destabilizzata</i> dal riconoscimento dei diritti alle coppie gay! Anzi, direi piuttosto che noi in famiglia siamo <i>destabilizzati</i> dal fatto di vivere in un Paese dove alcuni cittadini non possono avere i nostri stessi diritti solo perché sono omosessuali: alla mia famiglia i suoi diritti piacciono molto, e siccome ha imparato (sta scritto in un bel libro che si chiama "Vangelo", sa?) a <i>"fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi"</i>, desidera che anche le persone omosessuali abbiano gli stessi diritti che ha lei.<br />
"<i>Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. </i><i>Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità".</i><br />
Le affermazioni della gerarchia sulla "<i>particolarità"</i> della famiglia eterosessuale qui sono diventate dei <i>"princìpi"</i>: una promozione senza alcuna motivazione, senza una vera discussione né dimostrazione. Sarà la necessità di comprimere, sarà l'abitudine a parlare <i>ex cathedra..</i>.<br />
Signor papa, con il dovuto rispetto, questa affermazione non è storicamente sostenibile. Prima dell'avvento della sua religione, nel mondo mediterraneo l'omosessualità non era il tabù che ne avete fatto. Uomini che usavano la ragione in maniera assai approfondita - come i Padri stessi della Chiesa riconobbero - avevano verso le unioni omosessuali un atteggiamento assai meno intransigente del suo. E lo stesso si dica della ragione applicata ad altre rivelazioni che non prevedono lo stesso stigma sociale per questa parte dell'umanità, per esempio quella hindu.<br />
<i>L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa.</i><br />
CVD. Peccato che altre confessioni non abbiano la fobia della gerarchia cattolica verso l'omosessualità, e non pensino che il suo riconoscimento giuridico sia destabilizzante. Ma dimenticavo: le altre confessioni religiose non sono vere, e dunque non sono ragionevoli. Che è un bell'esempio di entimema fondamentalista.<br />
<i>"Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace".</i><br />
Cioè: infligge una ferita grave alla giustizia e alla pace chi nega o comprende male il principio per cui la famiglia eterosessuale è l'unica ragionevole. Ma a me e alla mia famiglia tradizionale pare piuttosto che sia un insulto alla pace e alla giustizia tra gli uomini andare in giro a dire che quelli che la pensano diversamente da te sono al di fuori della ragione: cioè, in pratica, dei mentecatti. E sinceramente, signor papa, che lei venga a parlare a me di comprendere bene o comprendere male una cosa mi infastidisce, prima di tutto perché se il buon Dio mi ha fornito di un cervello che funziona, metterlo nel freezer per stare ad uniformarmi acriticamente su tutto quello che dice lei mi pare un insulto alla generosità del creatore.<br />
È un tema ricorrente, nella produzione cristiana, quello della ragionevolezza del solo cristianesimo, e fin dai suoi inizi: il pensiero "pagano" venne bollato di irragionevolezza, e ciò che era in lampante accordo con il cristianesimo venne semplicemente rivendicato <i>tamquam ab iniustis possessoribus</i> (lo dice Agostino, mica io). Ma l'accusa di irragionevolezza era una tra le più pressanti di quelle che venivano rivolte ai cristiani proprio da quei pagani che essi costringeranno alla sparizione rivolgendogli addosso le stesse tecniche repressive usate fino a poco prima contro di loro. Sono passati quasi duemila anni, ma la linea d'azione è sempre quella di Tertulliano. Che lusso.<br />
<br />
<i>"Purtroppo, anche in Paesi di antica tradizione cristiana si stanno moltiplicando gli episodi di intolleranza religiosa, specie nei confronti del cristianesimo e di coloro che semplicemente indossano i segni identitari della propria religione".</i><br />
Anche questo è un vizio ricorrente della gerarchia cattolica: sono tutti cattivi, perché non ci lasciano fare tutto quello che vogliamo. Tipo insabbiare i reati in cui siano coinvolti dei membri del clero, dalla pedofilia alla bancarotta (ve lo ricordate mons. Marcinkus?). Oppure non lasciarci aprire le filiali dello IOR dove ci pare. Oppure farci pagare le tasse come le pagano tutti i cittadini. Questo non va bene, cari <i>Paesi di antica tradizione cristiana</i>! E non va bene perché la pretesa di trattare la gerarchia cattolica come tutti gli altri deriva da un pensiero tutto umano, che si crede in grado di darsi delle regole da sé, senza fare riferimento a quanto stabilito dalla Rivelazione biblica, in cui sono contenute una quantità di belle, luminose ed edificanti verità (e pratiche conseguenti) che sono le uniche e sole ragionevoli (e quindi umane e umanizzanti), come per esempio la creazione dell'Universo <i>ex nihilo </i>in sette giorni, il sistema geocentrico, il voto di sterminio, fratricidi, vendette, piaghe divine, la legge del levirato, le proibizioni alimentari (tra cui il maiale, professor Ratzinger: niente wurstel, nella Bibbia), mari che si aprono e fiumi che si fermano, città che cadono al suono delle trombe, fiumi arrossati dal sangue dei profeti nemici, Dio che siede all'assemblea degli Dei (giuro: nel Sl. 81), angeli che compaiono nel mezzo di battaglie epocali saettando gli avversari degli Eletti, pesci inghiottitori di uomini vivi e piante che crescono in una sola notte, stelle che vanno e vengono per il cielo fermandosi su città e capanne, miracoli di ogni genere tra cui moltiplicazioni di pani e pesci, risurrezioni di morti, guarigioni di ciechi storpi sordi emorroisse, digiuni quadragesimali nel deserto, demoni che ti trasportano in un secondo sul pinnacolo del tempio. Ma anche la Tradizione interpretativa è piena di episodi che esaltano la ragionevolezza dell'umano: incendi di templi pagani, elenchi e roghi di libri proibiti, di dissidenti, di omosessuali, di liberi pensatori, minacce al potere politico, conversioni di massa sul filo di spada, giustificazione della guerra giusta (e santa), spedizioni punitive in Palestina, pogrom, ghetti, monacazioni e smonacazioni forzate e via che t'amavo. Il tutto, peraltro, in perenne violazione delle regole di base del ragionamento (le Leggi della logica aristotelica, per intenderci). A solo titolo di esempio, ricordo che la Chiesa venera come Padri fondatori due africani del II secolo che scrivono del contatto con il mondo pagano in maniera diametralmente e perfettamente opposta: Tertulliano vedrebbe volentieri tutti i pagani in miniera, mentre Minucio Felice ci chiacchiera pacatamente insieme, lungo la spiaggia, al tramonto.<br />
Forse, signor Benedetto, se la smetteste di fare i saccenti e iniziaste a darvi una regolata, fareste una figura migliore.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-89367844760430781272012-12-14T18:45:00.000+01:002012-12-14T18:45:33.307+01:00"Benedetto" un corno - il ritornoPare che il capo di Stato della monarchia Vaticana, l'ultima teocrazia rimasta nel mondo che solitamente individuiamo come civile, abbia appena tirato fuori dal cilindro un'altra delle sue invettive contro gli omosessuali.<br />
Pare (almeno da quanto ho letto su <a href="http://www.repubblica.it/esteri/2012/12/14/news/papa_aborto-48729306/?ref=HREC1-4">Repubblica online</a> e sul <a href="http://www.corriere.it/cronache/12_dicembre_14/papa-nozze-gay_4c665dce-45e3-11e2-9abc-e1073f0961e6.shtml">Corriere online</a>) che il papa cattolico abbia addirittura detto che il riconoscimento legale delle coppie omosessuali sia <i>"una ferita grave inflitta a giustizia e pace"</i>.<br />
Ora, io credo che il signor Ratzinger sia un pessimo interprete della Scrittura, e <a href="http://celloananda.blogspot.it/2012/11/benedetto-un-corno.html">l'ho già scritto su questo blog</a>. Credo anche che, però, abbia il diritto ad avere le sue opinioni, anche quando sono diverse dalle mie. Credo però che quelle opinioni siano da combattere con fermezza, determinazione e costanza, perché non sono per nulla evangeliche e perché riportano l'umanità ad un periodo di oscurantismo che non deve più avere diritto di cittadinanza in Europa.<br />
Ma ciò che mi irrita di più al momento è che queste idee il papa cattolico le ha scritte nel messaggio per la festa della Pace, che viene consegnato a tutti gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Il che significa che un monarca teocratico presenta agli Stati con cui ha delle relazioni una esortazione (che ha i crismi di una rivelazione divina, e come tale è infallibile) su quale sia la verità a proposito dei diritti dei cittadini, verità a cui si augura che quegli Stati ispirino la loro legislazione.<br />
Mi sembra davvero eccessivo: è come se i Francesi andassero, putacaso, in Indocina a dire che le leggi di quei Paesi si devono ispirare ai criteri della laicità dello Stato, fondati nella Rivoluzione Francese. Che è quello che è successo, con le conseguenze che tutti conosciamo (e che un bravo cristiano dovrebbe esecrare, giusta gli insegnamenti del Vangelo): Pol Pot impara gli ideali rivoluzionari a Parigi e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_cambogiano">per imporli ai cambogiani ne massacra </a>quasi due milioni. Bel colpo, <i>"Santità"</i>.<br />
In effetti, la settimana scorsa <a href="http://www.queerty.com/pope-blessed-rebecca-kadaga-who-promises-to-pass-ugandas-kill-the-gays-b-20121214/">lo stesso papa ha incontrato e benedetto la promotrice delle legge ugandese che chiede la pena di morte per i gay</a>: mi pare un perfetto esempio di quali siano le conseguenze pratiche a cui prese di posizione di questo genere possano portare.<br />
Signor Ratzinger, faccia un favore al Vangelo di Gesù e a tutti i battezzati: la smetta di scrivere.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-64562385338858172932012-12-10T22:06:00.003+01:002012-12-10T22:06:26.220+01:00Te l'avevo dettoNel post dell'altro giorno.<br />
Il Piccolo Padre di Arcore è tornato a candidarsi, e i giornali internazionali hanno ricominciato con il tirassegno.<br />
Gli piace vincere facile.<br />
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Intanto, il famigerato SPREAD è tornato a salire: segno che i mercati ritengono che il nostro Paese sia inaffidabile.<br />
Sono degli inguaribili ottimisti.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2353538435548131393.post-45610050814584848042012-12-08T21:36:00.000+01:002012-12-10T21:54:27.101+01:00AvvelenataDunque, alla fine, lo farà: il Piccolo Padre di Arcore <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/06/alfano-berlusconi-scende-in-campo-niente-primarie/438381/">si riproporrà davanti agli elettori </a>per il governo del Paese.<br />
L'annuncio l'ha dato il più grosso scemo vissuto sulla terra dalla comparsa di <i>homo sapiens</i> ad oggi, l'unico che aveva creduto che il Vecchio Satiro potesse davvero levarsi dai piedi e lasciargli il posto così, solo perché se l'era meritato con anni luce di leccaculaggine.<br />
Il Partito Aziendale del Piccolo Cesare è in fermento: i<a href="http://www.corriere.it/politica/12_dicembre_08/berlusconi-campagna-elettorale_e9e37342-40fd-11e2-b1cb-f72c456506f7.shtml"> Vecchi Amici si affrettano a massacrarsi tra di loro</a>, le zoccolette del Padroncino del Vapore tornano a levarsi le mutande, qualcuno fa mostra di essersi offeso per le modalità staliniane con cui è stata presa la decisione. E le Primarie sono andate a farsi fottere, dimostrando una volta di più quale sia l'idea di democrazia che il Finanziatore di Nipotine di Mubarak coltiva (e ha sempre coltivato).<br />
Intanto lo <a href="http://celloananda.blogspot.it/2012/04/lestrema-soddisfazione.html">Scroccone Lombardo</a> si è già rimesso in coda per fare l'elemosina, sbraitando che intende sostenere l'Azienda Partitica alle Regionali di Lombardia (probabilmente per intascare anche da quella parte, <a href="http://www.destradipopolo.net/?p=9589">visto che la scuola della moglie perde iscrizioni </a>e rischia di chiudere).<br />
L'exfascista che presiede la Camera dei Deputati <a href="http://www.liberoquotidiano.it/news/1139939/Fini-Berlusconi-Dinosauro-di-un-altra-era-geologica.html">ha detto che il Protettore delle Olgettine è un dinosauro</a> - il che non desta meraviglia, visto che tra simili ci si riconosce facilmente...<br />
L'elettorato che già lo aveva portato al successo esulta: cosche, 'ndrine, famigghie, potentati, baronie e tutta la pletora di mangiatori a sbafo di Stato spera di riuscire a di nuovo a infoiarsi negli affari che il Sempre Imputato Impunito ha garantito loro per anni, a partire da qualsiasi occasione, fosse un disastro, un'emergenza, un impegno internazionale, <a href="http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/politica/elezioni-2009-1/diciottenne-berlusconi/diciottenne-berlusconi.html">il compleanno di una minorenne </a>(di Casoria, per esempio).<br />
E intanto la Sinistra che combina?<br />
Quello che ha fatto negli ultimi vent'anni: un beato cazzo di niente. Avrebbe dovuto approvare una legge sul conflitto di interessi, ma ha preferito parlare d'altro (perché, di certo, era la sua strategia: ricordate quel <i>minus habens</i> di Weltroni, che nel 2008 si candidò dicendo che lui non faceva campagna elettorale "contro" Berlusconi, ma "per" il rinnovamento? perse vergognosamente, perché quella era strategia di merda); avrebbe potuto cambiare quella specie di presa per il culo ai cittadini che è la legge elettorale (a firma di un altro mentecatto, quel Calderoli che per decenni ha coglionato i padani vendendogli una secessione che non aveva nessuna possibilità di esistere), ma non l'ha toccata, sempre con la scusa che qualcun altro gli faceva gli scherzi (e un giorno è Casini, e un giorno è il Pdl, e un giorno è la Lega... comodo fare il ciula per poi andare alle elezioni con una legge che ti lascia libero di chiamare in Parlamento tutti i tuoi amichetti: così metti a posto anche Penati, e poi ditemi che non sono figli di mignotta pure questi); avrebbe dovuto (è la SINISTRA, porcocazzomaiale!) imporre una tassazione più equamente distribuita, un aumento dell'imposta sui redditi di posizione, la patrimoniale, il tetto agli stipendi dei manager pubblici, la Tobin Tax. <i>"Davvero? 'stocazzo!!!! ahahahah!"</i> (pare che questa sia stata la goliardica risposta di Massimo D'Alema a chi gli ricordava che queste sarebbero azioni politiche di sinistra).<br />
Intanto aspettiamo le reazioni dei mercati: ché ci han dato Monti perché era presentabile di fronte ai Moloch internazionali, e adesso che il Signore delle Barzellette Idiote, il Campione Mondiale di Figure di Merda è <i>"tornato in campo"</i> (ma quanto odio le metafore calcistiche!) ci toccherà, dopo aver sputato tutte le lacrime e il sangue che avevamo da parte, finire come i greci.<br />
Berlusconi, dal cuore: vaffanculo.Cellohttp://www.blogger.com/profile/06054341699952196179noreply@blogger.com0