lunedì 4 ottobre 2010

contestualizziamo (again)

Gentile signora Carfagna,
ho letto che Ella vorrebbe costituirsi parte civile al processo contro gli assassini di Novi, due pachistani (padre e figlio) che hanno massacrato di botte la figlia e sorella e hanno ucciso la moglie e madre a colpi di pietra.
Degna azione da parte di un ministro alle pari opportunità, se non fosse che al mio (invero raffinato) olfatto, una tale notizia emana cattivi odori di razzismo, xenofobia, opportunismo e campagna elettorale.
Da qui, secondo le intenzioni del Presidente del del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, la necessità di contestualizzare questa sua ardimentosa presa di posizione.
Anzitutto, signora Carfagna, contestualizziamo il caso: perché questo omicidio? Quest'anno in Italia c'è stato uno stillicidio di uccisioni di donne da parte dei loro partner o ex partner: nella maggior parte dei casi si trattava di vittime italiane di assassini italiani. Le statistiche sugli omicidi di genere sono terrificanti, e non da oggi. Dicono che la grandissima maggioranza delle violenze avviene tra le mura domestiche. Parlano di migliaia di casi in Italia, tra italiani (sì, signora, quelli che votano lei e i suoi sodali). Non ho visto prese di posizione di questo genere. In questo caso, però, ci sono di mezzo degli stranieri residenti in Italia. Che hanno anche il difetto di essere di religione musulmana (fossero stati ebrei, forse li avrebbe liquidati con un motto di spirito, come il suo camerata Ciarrapico, o il suo amico presidente...). Quindi questa sua decisione pare una strumentalizzazione di questa caratteristica per cavalcare l'antipatia del popolino bue nei confronti degli stranieri - in generale - e dei musulmani in particolare, per cercare di bissare i successi che la Lega Nord miete proprio su questo genere di idee xenofobe.
Poi, contestualizziamo il momento: a Luglio, quando le donne massacrate dai loro compagni (italiani, tra cui anche un membro della valorosa Arma dei Carabinieri, peraltro sempre così sollecita alla difesa dell'ordine e dei valori della Patria) si moltiplicavano di settimana in settimana, Ella non ha mai deciso di puntare così in alto, di arrivare a costituirsi parte civile nel processo penale a carico di questi decerebrati. Perché ora sì? Forse - azzardo - perché dalle sue parti si sente aria di elezioni, e la solita Lega rischia di intascarsi il voto di tutti i benpensanti di questo paese, per cui le responsabilità sono sempre altrui, le colpe sempre dei diversi, i delitti dei forestieri, le violenze dei non integrati? un po' di sana xenofobia, un bel richiamo alla libertà delle donne, ed è fatta. Qualche migliaio di fessi che delle news legge - o ascolta - soltanto i titoli avrà in mente la sua generosa azione contro l'orrendo mondo machista dell'Islam.
Infine, signora Carfagna, contestualizziamo anche lei. Sì, lei che ora parla di pari opportunità e sbandiera il suo sdegno dall'alto del suo scranno ministeriale, ma che ha un passato di calendarietti sexy, di foto seminude e ammiccanti in cui eccitare la libidine maschile. Ma a prudente distanza, con la mediazione della carta patinata, senza essere poi lì sul posto a rischiarne le conseguenze, senza dover pagare gli effetti che i turgori indotti dalle sue foto avranno su questi uomini, che vorrebbero soddisfare quello che la foto suscita, ma non hanno lì la gnoccona, la figona, la cavallona, la maiala - perché vede, signora, è così che vengono correntemente apostrofate le modelle di quei calendari, e posare per quelle foto significa alimentare questo tipo di idea della donna. E che cosa succede, poi, lo sa? succede che vanno a casa, e cercano di sfogare la loro foia sulla moglie, la cognata, alle volte la figlia o anche la prima che gli capita a tiro, e se quella non è d'accordo, allora son dolori. E poi contestualizziamo lei, che sostiene il governo di un sessodipendente che tratta le donne come merce, lo abbiamo visto in venticinque anni di televisione fatta di ragazze drive-in, veline, lolite, sempre meno vestite, sempre più esibite, sempre più finte, e in vent'anni di politica in cui le donne hanno sempre avuto un ruolo di contorno, di bellezze da esibire, di trofei da mostrare di fronte agli altri maschi per segnalare la propria posizione di dominio.
Intendiamoci, signora Carfagna: io ho rispetto per la Costituzione repubblicana di questo paese. Lei è libera di dire quello che vuole e di costituirsi parte civile come e quando le pare. Solo che mi piacerebbe che queste uscite pubbliche fossero accompagnate anche da tutte le sacrosante contestualizzazioni. Tanto per non fare la figura di quella che vuole fregarmi con l'indignazione per le povere donne massacrate dai cattivi maomettani.

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